I posti del cuore – Accademia Libanese

Continuiamo la nostra passeggiata nei locali a pochi passi da Coworking Lab, per “I posti del cuore”. Vi presentiamo Accademia Libanese, ristorante etnico che offre piatti della tradizione gastronomica del Libano.

La storia di questo ristorante è lunga. Parte dal Libano, terra originaria del fondatore, e termina in questa stradina del quartiere Lambrate, che nasconde un locale frutto dei sacrifici e della passione di una famiglia di origini libanesi.

Il nucleo famigliare ha da sempre vissuto nel quartiere Lambrate ed è proprio qui che Afif Azid, coadiuvato da sua moglie Nelli, decide di aprire un ristorante. Siamo nel 1973, la cucina etnica ancora non riscuote il consenso di cui gode oggi, quindi Afif decide di offrire piatti della tradizione italiana. Ma nel 1984, qualcosa cambia.

Negli anni Ottanta, sotto la spinta della globalizzazione e del maggior interesse verso l’estero, gli italiani iniziano ad curiosare nelle tradizioni gastronomiche degli altri paesi e l’uomo decide di fare i primi esperimenti, invitando i suoi clienti più abituali ad assaggiare piatti tipicamente libanesi. I risultati devono essere stati incoraggianti, perché nel 1984 la trattoria italiana chiude definitivamente i battenti, per rinascere come ristorante libanese.

Il locale ottiene il successo sperato e Afif, circondato dalla moglie Nelli e da 5 figlie femmine, lo considera un po’ come il figlio maschio che non ha mai avuto. E per le sue figlie, quel ristorante faceva talmente parte della famiglia, che lo ritenevano “casa”. Tutti i giorni, dopo la scuola, era lì che andavano a trascorrere le giornate e chissà che non abbiano respirato, insieme all’aria tipicamente italiana del quartiere Lambrate, anche il profumo di tradizioni lontane, comunque presenti nel loro DNA.

Oggi, infatti, il ristorante è gestito da due di loro. Il loro papà è venuto a mancare da pochissimo e le due sorelle ci tengono molto a sottolineare l’amore che provano verso il locale. Un ristorante considerato non più solo la loro seconda casa, ma un vero e proprio lascito culturale. Un’eredità paterna, più spirituale, che economica.

Un lascito che riemerge prepotente dalle portate dell’Accademia Libanese, tutte patrimonio della tradizione gastronomica del Libano e della creatività di un uomo che, primo a Milano, negli anni Ottanta ha avuto il coraggio di aprire uno dei pochi locali etnici della città, puntando tutto su una cucina caratterizzata da sapori tanto sconosciuti, quanto intriganti.

Punta di diamante del ristorante sono i Falafel. E come poteva essere altrimenti? Piatto tipicamente mediorientale, i Falafel sono una sorta di polpette di legumi, aromatizzate con cipolla, aglio, cumino e coriandolo. Ma non contateci: la ricetta proposta dall’Accademia Libanese è stata rivisitata dal padre delle due attuali proprietarie ed è un segreto di famiglia.

Il menu del ristorante, offre moltissimi piatti della tradizione mediorientale. Molti a base di verdure e legumi, altri a base di carne di agnello, pollo e manzo. E se non vi saprete decidere, niente paura: Accademia Libanese ha previsto ben 3 menu degustazione, con cui assaggiare molti fra i più famosi piatti del paese dei Cedri.

Oggi, le due figlie di Afif gestiscono il ristorante in tandem. Una in cucina e una in sala, portando avanti una tradizione di famiglia fatta di amore per i cibi della loro terra di origine. In pausa pranzo, fateci un salto. Ma non chiedete di svelarvi le loro ricette: non lo faranno mai!

La schiscetta di Settembre

Settembre è arrivato e con esso l’inizio dell’anno lavorativo e la nuova (schiscetta di Settembre). Si sà che durante le vacanze, va in ferie anche la dieta! Aperitivi in spiaggia o in montagna che fanno spesso da cornice a ricche grigliate con gli amici e cene a più portate. Ad interferire con le nostre abitudini alimentari, tuttavia, vi sono anche i ritmi di vita completamente differenti da quelli cui il nostro organismo è abituato.

Ritornati alla propria routine quotidiana è importante ricominciare a seguire una giusta alimentazione senza troppe restrizioni.

La nostra schiscetta di Settembre è dedicata ai ricordi estivi, gamberi al bacon che uniscono due sapori molto diversi come sono diversi mare e montagna, insieme creano una combinazione unica soprattutto se si associano ad una salsina di fragole e insalata di carciofi crudi e scaglie di grana.

Gamberi al bacon

Ingredienti:

10 gamberi

10 fette sottili di bacon

semi di papavero

Procedimento:

Per preparare i gamberi al bacon iniziate a pulire i gamberoni, come descritto qui: come pulire i gamberi. Lasciate attaccato alla coda l’ultimo anello del carapace. Prendete un gamberone ed una fettina di bacon ed avvolgete il bacon tutt’intorno al gamberone, lasciando libera solo la cosa.

Preriscaldare il forno a 180°-190° forno statico e infornate per 10 min. Attenzione a non far seccare il bacon.

Cospargete con un po’ di semi di papavero

Salsa di fragole

Ingredienti:

200 g di Fragole

Succo di un Limone

20 g di Zucchero a velo

Procedimento:

Mettete le fragole lavate e tamponate con lo zucchero a velo e qualche goccia di succo di limone nel bicchiere del frullatore, azionatelo e frullate sino ad avere una salsa liscia.

Insalata di Carciofi

Ingredienti:

Carciofi

1 Limone

Scaglie di Grana Padano

30 g di succo di limone

Pepe q.b

Sale q.b.

Olio EVO

Procedimento:

Riempite una ciotola con acqua e spremete all’interno il succo di 1 limone. Eliminate parte del gambo dei carciofi lasciandone un paio di centimetri. Sfogliateli per eliminare le foglie esterne più coriacee, con un coltello tagliate via la punta e la parte più esterna del gambo. Arrivati al cuore del carciofo, dividetelo in due parti uguali, con l’aiuto di uno spelucchino estraete la barba, affettate sottilmente i carciofi e metteteli nell’acqua acidula.

Terminato il procedimento emulsionate l’olio con i succo di limone, il pepe e il sale.

Scolate i carciofini, versate la citronette, disponeteli nella schiscetta e mettete le scaglie di Grana precedentemente affettate.

Vi è piaciuta questa ricetta?

E ora… diteci la vostra!

Attendiamo le vostre recensioni su questa schiscetta di Luglio e le foto dei vostri risultati su Coworking Lab Milano

Alessio Buccino

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del cuore che consigli qui in zona Lambrate?

Mi chiamo Alessio Buccino sono nato e cresciuto nell’hinterland milanese e ho frequentato il Politecnico, quindi diciamo che ho sempre frequentato questa zona, dove poi ho conosciuto il Coworking Lab. A Milano, però, ci sono tornato dopo parecchi anni all’estero. Dopo aver studiato Ingegneria Biomedica, infatti, sono stato a Oslo per il dottorato e poi due anni a Basilea. Ma Milano mi mancava. Inoltre, la mia compagna è di qui, quindi tornare è stato un passo obbligato.

Alessio Buccino Raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Ho scelto la carriera accademica, ma nel mio settore è particolarmente complicata e precaria, quindi ho pensato di sfruttare le mie competenze per lavorare come freelance. Il mio settore è la ricerca in ambito neuro tecnologico, più precisamente sviluppo software per l’analisi  dei dati acquisiti dal cervello, così oggi lavoro come consulente scientifico e sviluppatore di software opensource per la comunità scientifica e gli istituti di ricerca.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Quando sono tornato a Milano e ho iniziato a lavorare come freelance, volevo trovare un coworking per evitare di dover lavorare a casa. Sono convinto che una linea di demarcazione fra casa e lavoro sia necessaria. Così ho cominciato a guardarmi in giro ed ho trovato il Coworking Lab, mi è piaciuto subito…i colori, l’atmosfera…non ho avuto bisogno di cercare altro: era il posto perfetto per la mia workstation superperformante!

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Il mio è un settore di nicchia molto specifico, ma il primo giorno, con mio enorme stupore, ho scoperto che il mio vicino di scrivania era un altro ingegnere biomedico. Ci confrontiamo, parliamo del nostro lavoro, ci lamentiamo della nostra condizione di freelance. È confortante sapere che ci sono altre persone nella mia stessa condizione! Ma è bello anche incontrare persone che lavorano in ambiti differenti dal mio: nella pausa caffè è piacevole parlare di altro.

Alessio Buccino Perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Perché sceglier me? Semplice: perché in tutto il mondo ci saranno al massimo 30 persone che fanno ciò che faccio io! E scendiamo a 2 se consideriamo solo i freelance!

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Il mio hobby principale è la musica. Mi piace suonare la chitarra, tanto che appena rientrato a Milano ho rimesso in piedi la mia vecchia band. Un’occasione per staccare il cervello e stare in compagnia. E poi amo fare sport, giocare a calcio, correre nel verde. E lavorare qui al Coworking Lab è perfetto, perché questa zona è piena di parchi!

La schiscetta di Luglio

Succede spesso che anche chi ama nutrirsi in modo consapevole e controllato abbia difficoltà a mantenere questi salutari propositi per pranzo se lavora fuori casa. In estate è più semplice perchè solitamente la voglia di mangiare piatti sostanziosi passa con il caldo, in questa stagione in cui i piatti freddi e le insalate di tutti i tipi la fanno da padrone abbiamo pensato ad un’ottima alternativa senza rinunciare al gusto.

Per la schiscetta di Luglio vi proponiamo un piatto di pesce facile e veloce da realizzare, calamari e gamberi gratinati al forno con contorno di patate saltate in padella.

I calamari e i gamberi si prestano a molte preparazioni, quelli gratinati al forno sono ricchi di sapore, quello del mare, ricchi in termini nutrizionali grazie alla grande fonte di proteine, minerali e vitamine e con pochissime calorie e grassi. Risultano dunque perfetti per tutti!

Calamari e gamberi gratinati al forno

Ingredienti:

500 g Calamari

500 g Gamberi

200 g pangrattato grossolano

1 Limone

100 g Prezzemolo

q.b. Olio extravergine d’oliva

q.b. sale fino

Procedimento:

Lava il calamaro sotto l’acqua corrente, quindi tira via la testa dal corpo con delicatezza (tienila da parte) e sfila la penna di cartilagine trasparente all’interno insieme alle interiora, sciacqua bene sotto l’acqua, incidi con un coltellino la carne in modo da creare un piccolo lembo da quale tirare via la pelle, in modo da scoprire la carne bianca. Riprendi la testa, taglia via i tentacoli ed estrai occhi e dente centrale, semplicemente tagliandoli con le forbici. Sciacqua di nuovo e asciuga bene tamponando tutte le parti.

Ora sistemati su un tagliere e taglia via le ali del mantello facendole a striscioline, taglia anche i tentacolini e infine il corpo, affettandolo ricavandone gli anelli. 

Lava i gamberi sotto acqua corrente, poi stacca la testa e le zampette ed elimina il carapace.

Ora togli l’intestino interno: incidi il dorso del gambero con un coltellino ed eliminalo aiutandoti con uno stecchino solleva e sfila delicatamente cercando di non romperlo.

Scalda il forno a 190°

Metti il pesce dentro una scodella capiente e condisci con il sale e un filo di olio extra vergine, mescola e aggiungi il succo del limone e se vuoi qualche zest. Lascia riposare e nel mentre trita il prezzemolo, dopodichè uniscilo nella scodella insieme al pangrattato e amalgama tutto, fino ad impanare per bene ogni anello, parte di calamaro e gambero.

Fodera una leccarda con della carta forno, ungila con un filo d’olio e disponi sopra tutti gli anelli e i gamberi con l’aggiunta di un’altra spolverata di pangrattato.

Inforna a 190° per 20 minuti e per una doratura maggiore 10 minuti di grill.

Un consiglio… se vuoi tagliare tutti i tempi usa prodotti congelati di qualità che dovrai scongelare prima di impanare.

Patate saltate in padella con rosmarino

Ingredienti:

400 g di patate piccole

q.b. Olio extravergine d’oliva

q.b. sale fino

1 rametto di rosmarino

Procedimento:

Sbuccia le patate, lavale bene sotto l’acqua corrente e tagliale a spicchi

Riempi una ciotola di acqua fredda e mettile in ammollo per 30 minuti, in questo modo perderanno tutto l’amido e saranno più croccanti

Trascorsi i 30 minuti, scola le patate e tamponale con un foglio di carta assorbente

Versa l’olio extravergine di oliva in una padella antiaderente e disponi le patate in un unico strato senza sovrapporle tra di loro. Tutte le patate devono stare a contatto diretto con il fondo della padella

Dopo qualche minuto metti i rametti di rosmarino, attenzione a non far attaccare le patate alla padella,

Quando sono ben dorate sala le patate, ora sono pronte da gustare!

E ora… diteci la vostra!

Attendiamo le vostre recensioni su questa schiscetta di Luglio e le foto dei vostri risultati su Coworking Lab Milano

Se ti sei perso la nostra “schiscetta di Giugno” clicca qui.

I posti del cuore – Trattoria Bertamè

La Trattoria Bertamè (uno dei nostri posti del cuore) apre nel 2016 ma il nome Bertamè opera in zona Città Studi sin dal 1981 quando Roberto Bertamè apre un’officina di auto e moto dedicata ad una clientela di quartiere.

Lorenzo Bertamè dopo gli studi di ingegneria rileva l’attività del padre sognando prima e realizzando poi un business inedito ma vincente.

L’obiettivo è mantenere la tradizione artigianale di famiglia innovando strumenti e metodi ampliando il core business iniziale. Nasce così il concept store Bemore spazio multi-funzionale, dove si organizzano aperitivi, corsi di cucina, rappresentazioni dal vivo ed eventi, promossi da Bemore o allestiti per privati o aziende che vogliono dare un volto nuovo ad una serata ricreativa. Fra moto d’epoca, artigianato e riciclo creativo, accessori e abbigliamento ispirati al mondo dei motori, per un’esperienza unica nel suo genere.

Nel 2016 apre la trattoria, un luogo dove si torna per fare quattro chiacchiere fra amici di quartiere o fra appassionati di motori, un luogo allegro e colorato privo di fronzoli ma curato nei minimi dettagli. Negli anni la crescita è stata straordinaria grazie anche alla volontà, determinazione e passione per il lavoro che ha sempre contraddistinto la famiglia.

I piatti sono innovativi e stupiscono sia a livello visivo che di gusto. Pane, pasta e l’ampio bouquet di dolci è fatto in casa, le materie prime sono di ottima qualità, il personale è gentile e preparato..nulla è lasciato al caso, nulla è mai banale.

Un luogo che fa parte dei nostri posti del cuore…assolutamente da provare.

Le serrande di Pablopinxit: colore e arte

L’anno scorso, a pochi giorni dal Natale, si è tenuta l’inaugurazione del Family Lab, il nostro progetto sociale dedicato alla comunità. In quanto esseri umani infatti, non siamo solo isole, ma vantiamo di relazioni di qualità con figli, anziani, famiglie e comunità. Abbiamo voluto dedicare uno spazio in cui coltivare il benessere personale e collettivo.

Oggi, a meno di un anno dall’apertura del Family Lab, desideravamo dipingere le saracinesche di questi locali e per farlo ci siamo rivolti a Pablopinxit. Artista ben noto sulla scena milanese, Paplopinxit ha contribuito con diversi progetti, alcuni dei quali realizzati in collaborazione con il comune e diverse realtà territoriali.

D’altronde non poteva andare diversamente: Pablopinxit, argentino classe 1964, ha da sempre dimostrato una particolare sensibilità verso temi quali il conflitto, il tempo, i viaggi, la strada. Tutte tematiche a carattere sociale che emergono prepotenti dalle sue opere di street art, a cominciare da quelle realizzate per la riqualificazione del sottopasso ferroviario di Via Padova, nell’ambito del progetto Tunnel Boulevard.

E poi, Pablopinxit è stato autore del progetto artistico Serrande d’Arte, con il quale ha riqualificato le vie del quartiere Brera, dipingendo volti di noti poeti e scrittori, circondati da composizioni floreali, suo marchio di fabbrica. Chi meglio di lui poteva interpretare il progetto Family Lab?

Pablopinxit: serrande che parlano

Il progetto sociale di Coworking Lab è stato reso possibile da un bando del Comune di Milano, che ha dato in concessione diversi spazi ad onlus e associazioni. Noi abbiamo pensato alle esigenze delle persone che ruotano intorno alla nostra zona o che animano la nostra struttura. Volevamo offrire spazi funzionali per corsi, intrattenimento e laboratori. Desideravamo, quindi, che le serrande della struttura esprimessero al meglio concetti quali inclusione, condivisione, comunità, responsabilità, sostenibilità.

Grazie a Chris Gangitano, Co-fondatore dell’ATS Casa degli Artisti, in qualità di curatore del progetto, e alla sensibilità artistica e sociale di Pablopinxit, oggi le nostre serrande promettono a chi le guarda esattamente ciò che può aspettarsi dalla struttura.

Guardandole, l’attenzione viene subito catturato da quel collage di mani che sembrano rincorrersi ma soprattutto incontrarsi. Esattamente come vorremmo che facessero le persone che frequentano i nostri spazi. Persone di diversa etnia, professione, provenienza sociale, genere e soprattutto età. L’artista ha ben colto lo spirito del Family Lab, tanto da aver incluso in quest’opera di street art le sagome di tre bambini che giocano, di adulti con in braccio un bambino e quelle di due anziani, che camminano per mano verso il futuro.

E poi foglie al vento, come idee che si diffondono nel tempo e nello spazio. Colori, forti, a contrasto, che attirano lo sguardo anche dei passanti più distratti. Non potevamo aspettarci di meglio.

Adesso, Christian Gancitano e Pablopinxit si apprestano a realizzare wallart e posterart per “Adriano chi?”. Operazione di arte urbana partecipata promossa da Casa degli Artisti e diverse altre realtà associative. Un intervento di urban art a tema giovani e sport, sempre nel comune di Milano.

Noi di Family Lab, invece, ci godiamo la nostra nuova serranda di Pablopinxit. La nostra certezza che è dall’interazione fra vecchie e nuove generazioni che si costruisce un futuro migliore. Per tutti.

I Brevissimi

Lo sapevi che in Coworking Lab c’è una biblioteca? Si trova al secondo piano ed è ricca di libri di ogni genere! Per questo abbiamo deciso di condividere la nostra rubrica “i Brevissimi” con voi.

Inoltre ogni mese troverai nuovi libri da scoprire. Abbiamo sposato la filosofia del Book Sharing, quindi ogni coworker è libero di prendere in prestito un romanzo o regalarne uno alla community.

In quest’ottica abbiamo deciso di acquistare e inserire a scaffale nuovi libri sotto le 100 pagine che verranno presentati nella rubrica “I BREVISSIMI”. 

Testi brevi per chi ha poco tempo per la lettura o per chi desidera una tregua dalle incombenze del quotidiano ma non vuole perdere l’appuntamento con un buon libro anche in pausa pranzo.

Qui sotto troverete alcuni dei titoli che inseriremo a breve per la rubrica “I Brevissimi”.

I BREVISSIMI:

IL VELO SOLLEVATO

Avendo previsto che la propria morte avverrà il 20 settembre 1850, Latimer utilizza il poco tempo che gli rimane a disposizione per raccontare al lettore la propria bizzarra esistenza di uomo capace di prevedere sprazzi di futuro e leggere nella mente di chi gli sta vicino. Bimbo sensibile e orfano di madre, il narratore protagonista passa la propria infanzia in Inghilterra insieme al padre, il quale decide di mandarlo a Ginevra per avvicinarlo allo studio scientifico e correggere la grande sensibilità che lo contraddistingue. In Svizzera, Latimer si imbatte in due personaggi fondamentali per la propria vita: Charles Meunier, giovane e visionario studente di medicina, suo unico amico, e Bertha Grant, donna splendida e misteriosa, di cui Latimer immediatamente si innamora. Attraverso un viaggio che lo porta a Vienna e Praga, Latimer ritorna in Inghilterra. Qui, nonostante i suoi poteri di preveggenza e introspezione, la vita prenderà una direzione insperata e imprevista, che vedrà oscillare Latimer tra amore e solitudine, costringendolo a sollevare il velo che divide la realtà dalla verità.

George Eliot – 100 p.

CASA DI BAMBOLA

Per curare il marito, Nora in passato si è indebitata con un certo Krogstad. Per anni ha lavorato per pagare il debito, senza riuscire a liberarsene. Krogstad, che lavora nella banca di cui il marito di Nora è direttore, ricatta la donna perché gli ottenga una promozione. Quando il marito, che per altri motivi lo vorrebbe licenziare, viene a sapere tutto, si preoccupa solo della sua reputazione e rimprovera aspramente la moglie. La meschinità dell’uomo porta Nora a decidere di allontanarsi, per riflettere da sola su se stessa.

Henrik Ibsen – 93 p.

XINGU

Nel quadro dei ricevimenti organizzati dal loro esclusivissimo “club”, alcune signore della migliore società americana hanno invitato il romanziere Osric Dane, quello, cioè, che bisogna assolutamente aver letto. Preziose e ridicole, queste signore circondano il romanziere con le loro attenzioni e con i loro commenti insipidi, tanto che lo scrittore non si perita di punzecchiarle. Ma, in maniera del tutto inaspettata, ecco che una di esse rovescia la situazione e mette a mal partito il celebre romanziere domandandogli cosa pensa di Xingu. Chi è dunque questo Xingu che tutti sembrano conoscere?

Edith Wharton – 61 p.

SCATOLA NERA

“Scatola nera” è una spy story nata per essere pubblicata su Twitter, ossia scandita in porzioni di testo non più lunghe di 140 caratteri. In un futuro non troppo lontano, la lotta al terrorismo ha cambiato volto: a difendere gli Stati Uniti non sono più corpi speciali di agenti segreti, ma comuni cittadini che si offrono volontari per singole missioni. E così l’eroina del racconto (che i lettori di Jennifer Egan riconosceranno come uno dei personaggi di “Il tempo è un bastardo” si ritrova a infiltrarsi nell’harem di un misterioso miliardario dedito al crimine internazionale, per sottrargli dei dati di enorme importanza; riuscirà a uscire viva dall’incantevole isola del Mediterraneo in cui si svolge l’operazione?

Jennifer Egan – 69 p.

LA PIETRA FILOSOFALE OVVERO SYLVESTER E ROSINE

L’unica vera pietra filosofale è l’amore puro. Amore e potere sono inconciliabili. Elegante metafora sul falso scopo nella vita, questa fiaba di Wieland, già edita per Nuovi Equilibri, tutta settecentesca, incanta ancora per la raffinata alchimia di cui sapeva essere capace uno scrittore di quel secolo.

Christoph M. Wieland – 79 p.

Daniele Afferni (DAF)

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del cuore che consigli qui in zona Lambrate?

A Milano mi ha portato la cicogna! Io sono nato qui e il mio nome è Daniele Afferni, ma tutti mi conoscono come DAF, il diminutivo con cui i miei amici mi chiamano da sempre e che oggi è divenuto anche il mio nome d’arte. Io sono essenzialmente un artista, anche se la mia attività si sviluppa in tre differenti ambiti. Sono un comic artist, un fumettista come si diceva una volta, quindi realizzo fumetti, soprattutto nel mondo dei supereroi; poi collaboro con il mondo del cinema in qualità di concept artist, quindi lavoro sulle immagini che consentono ad animatori, modellatori e disegnatori 3D di capire come realizzare e girare una determinata scena; ed infine sono un pittore, attività che porto avanti nel mio studio, a pochi passi da Coworking Lab.

Raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Io ho sempre amato disegnare, da quanto mi raccontano è qualcosa che ho sempre fatto, fin dalla scuola dell’infanzia. E parallelamente, ho sempre amato i fumetti, che leggo con avidità da quando sono piccolo, soprattutto supereroi. Quindi il motivo per cui ho scelto questa professione, credo sia questo. Amavo i fumetti e volevo farne di miei, volevo entrare in quel mondo.

Per questa ragione ho fatto prima il Liceo Artistico, poi la scuola di fumetto, ma prima di dedicarmi alla mia passione principale, ho lavorato per qualche decennio nell’ambito pubblicitario. Avevo una società, ma a un certo punto mi sono reso conto che volevo fare altro nella mia vita. Così me ne sono andato e ho cominciato a fare ciò che più amavo.

Daniele Afferni Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Con Coworking Lab è stato amore a prima vista! Il prezzo è ragionevole e, in più, è a due passi da casa. Sebbene quando lavoro io sia immerso in un mondo tutto mio, credo che lavorare in un bel posto sia importante, altrimenti lavorerei da casa!

Inoltre, anche se dopo tanti anni di lavoro nella pubblicità ero piuttosto stanco del lavoro in team, non mi dispiace avere gente intorno, con cui fare due chiacchiere ogni tanto. Coworking Lab assicura un mix di riservatezza e socialità che non mi dispiace. Alla fine, qui riesco a stare da solo, senza sentirmi solo.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Altri artisti non ce ne sono, i professionisti più vicini al mio mondo sono i grafici. Ma io, anche se finora non si è creata alcuna collaborazione, rimango aperto e disponibile a cogliere ogni eventuale, futura opportunità.

Daniele Afferni Perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Vorrei rispondere perché disegno da Dio, ma sembrerei troppo arrogante! (ride). La verità è che posso vantare una notevole esperienza e che possiedo le competenze giuste per realizzare fumetti di qualità. Un disegnatore infatti, non deve solo saper disegnare bene, ma deve saper raccontare una storia, trovare l’inquadratura giusta per raccontarla e padroneggiare lo storytelling, una tecnica comunicativa che ho affinato quando lavoravo in campo pubblicitario.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

La mia passione è il fumetto. Quando mi arriva la storia, molto spesso niente più di qualche battuta in file word, io riesco a vederla subito e sono in grado di riprodurla in modo efficace. Sia quando si tratta solo di un fumetto, che una volta terminato è finito lì, sia quando lavoro per il cinema, quando il mio lavoro viene poi sviluppato da un team sconfinato di disegnatori 3D, ognuno di loro specializzato in un settore specifico.

I social non sono un mio hobby, ma li uso in forma di marketing, per farmi conoscere, quindi pubblico solo materiale inerente al mio lavoro. D’altronde, oggi nel mio campo si lavora con committenti di tutto il mondo, quindi anche se sono un boomer, è necessario che io sia anche online!

Makeover – calendari da scrivania

Oggi vi parleremo dei calendari da scrivania. Il calendario è uno strumento antico quanto il mondo! Oggi abbiamo a disposizione una vasta scelta di articoli tecnologici e non, oggetti e strumenti che possono soddisfare qualsiasi esigenza. Tra questi vi è uno in particolare che non rischia di diventare obsoleto: il calendario. Appeso alle pareti di case e uffici o da tavolo, sotto forma di app, tecnologico o cartaceo, cosa sarebbe la nostra routine senza calendario?

Un vero caos!

Nella rubrica makeover – calendari da scrivania vogliamo proporvi qualche idea per “incasellare lo scorrere dei giorni”

CALENDARI DA SCRIVANIA:

CALENDARIO PERPETUO DANESE TIMOR

Calendario Timor nella versione italiana realizzato in ABS e PVC. Vera e propria icona del design e punta di diamante del catalogo Danese Milano, Timor è un calendario perpetuo che grazie alle fascette in PVC apribili a ventaglio ti permetterà di scegliere le palette che identificano il mese, giorno e numero della settimana. Molto elegante e compatto, il calendario Timor è il classico esempio di flessibilità, usabilità e trasformabilità. Disegnato da Enzo Mari nel 1967 per Danese Milano. 

Danese Timor

CALENDARIO DATOR 60

La realizzazione di Dator 60 nasce dalla volontà di dare qualcosa in più alla lettura del tempo, delle ore e dei minuti, permettendo di visualizzare con un unico sguardo anche il giorno della settimana e la data. Dator 60 quindi è un orologio e calendario perpetuo, infatti segnala automaticamente il 29 febbraio e gli anni bisestili. Inoltre Dator 60 è stato progettato per garantire la migliore visibilità anche a distanza, con luce bassa o senza un’illuminazione diretta, le lettere serigrafate in bianco su nero e la loro particolare dimensione permettono un elevato livello di leggibilità in ogni spazio. Dator 60 è disponibile in due modelli orizzontale e verticale, entrambi disponibili nella finitura bianca o nera.

Calendario Dator 60

CALENDAR KEY NENDO

Key Calendar è progettato dal collettivo giapponese Nendo e si vede! É un parallelepipedo con molti buchi a forma di serratura nei quali si infilano tre chiavi ad indicare il giorno della settimana, il numero del giorno e il mese dell’anno. Questo progetto pulito ed essenziale esprime così la sensazione di aprire ogni giorno una nuova porta, quindi nuove possibilità

Key Calendar

CALENDARIO PERPETUO VINTAGE

Calendario Perpetuo BC006. Progettato per il calcolo di 50 anni dal 2014 al 2053. Si tratta quindi di un calcolatore tascabile. Il suo funzionamento è molto semplice basta ruotare e far coincidere i dati da inserire, ovvero si seleziona l’anno che interessa, si collega al mese e in questo modo si trova il giorno della settimana.

Calendario Perpetuo BC006

CALENDARIO PERPETUO BLOCK DESIGN

Ispirato al design grafico retrò, il calendario perpetuo in acciaio autoportante di Block Design viene fornito con magneti a contrasto per evidenziare il giorno e la data a colori. Progettato per tracciare il giorno e la data in modo minimale, un modo semplice per organizzare la scrivania e la mente.

Calendario Block Design

CALENDARIO ELEGANCE THUN

Prodotto in legno e ceramica THUN decorato a mano. Ruotando i cubi in legno potrai cambiare ogni giorno la data.

Calendario Elegance THUN

CALENDARIO MOMA CUBES

L’originale Calendario perpetuo da scrivania MoMa Calendar Cubes è un accessorio dal design minimalista e raffinato. Ruotando manualmente i quattro cubi appoggiati sulla base, il calendario cambia configurazione giorno dopo giorno. Il calendario perpetuo di Design può essere appoggiato sulla scrivania del proprio ufficio, su una mensola all’ingresso di casa o sulla console in soggiorno. Il calendario Perpetuo da scrivania è stato progettato per il museo MoMa ed è una vera e propria icona del Design minimalista.

MoMa Calendar Cubes

ONE CALENDAR JEONG YONG

One Calendar è un calendario da tavolo (ma non solo) formato da tre anelli magnetici, ciascuno di diversa dimensione: quello più grande indica i giorni, quello intermedio i mesi e il più piccolo invece i giorni della settimana. Le informazioni nella loro intersezione determinano la data del giorno. One Calendar è una sorta di scultura da tavolo che può assumere un paio di composizioni diverse. Purtroppo non è stato prodotto, per questo l’ho inserito solo come menzione finale.

One Calendar Jong Yong

MOMA CALENDARIO PERPETUO GIDEON DAGAN

L’originale Calendario perpetuo da scrivania MoMa Calendar è un accessorio dal design innovativo. Spostando manualmente le due sfere magnetiche in dotazione, il calendario cambia configurazione giorno dopo giorno, scandendo il trascorrere del tempo in modo originale e divertente. Il calendario perpetuo di Design può essere appoggiato sulla scrivania del proprio ufficio, su una mensola o attaccato alla parete. La sfera rossa è legata ad un sottile filo nero ed è attratta magneticamente dall’ampio cerchio su cui sono segnati i mesi dell’anno; in tal modo la sfera resta sospesa “magicamente” a mezz’aria. Il calendario Perpetuo da scrivania è stato progettato per il museo MoMa nel 1998 e tutt’ora, a distanza di oltre 20 anni, conserva il fascino immutato di una vera e propria icona del Design.

Moma Calendar Gideon Dagan

Questa è la nostra selezione di calendari da scrivania ma ora attendiamo le tue idee e i tuoi suggerimenti per ispirarci e per riempire le nostre giornate lavorative e l’ambiente in cui passiamo gran parte del nostro tempo di bellezza e innovazione.

La schiscetta di Giugno

Che siate in smart working o già ritornati attivissimi alla vostra postazione, c’è sempre bisogno di idee per il pranzo in ufficio (o casa ufficio che dir si voglia). La pausa pranzo è un momento molto importante della giornata, permette di svagarsi un po’ dagli impegni lavorativi, è il momento giusto per riposarsi, ricaricarsi e recuperare un po’ di energia. Per la schiscetta di Giugno abbiamo voluto osare un po’ dedicandola a chi ama pasti abbondanti e saporiti.


Abbiamo pensato di cucinare come portata principale i fagottini ripieni, un secondo di carne morbido e saporito. E’ possibile farli con diversi ripieni, in questa ricetta abbiamo ideato una variante delle molteplici che si possono realizzare, utilizzando ingredienti di prima qualità e dal profumo partenopeo.
Inoltre è un piatto estremamente pratico, poiché si può preparare con largo anticipo e cucinare al mattino in padella in pochi minuti, così da ottimizzare i tempi.

Fagottini ripieni

Ingredienti:

Macinato di manzo 300 g
Macinato di maiale 200 g
Sale q.b.
Pepe q.b.
Parmigiano Reggiano DOP 50 g
Friarielli
Peperoncino
Aglio 1 spicchio
Prezzemolo q.b.
Scamorza 100 g
Olio q.b.

Procedimento:

Prepariamo i friarielli facendo soffriggere in una padella 1 spicchio di aglio con il peperoncino a questo punto uniamo i friarielli mondati e lavati, chiudiamo con coperchio lasciamo cuocere a fiamma moderata.

Verso la fine della cottura aggiungiamo un po’ di acqua se occorre, finiamo la cottura senza coperchio saliamo e facciamo asciugare bene, non devono risultare con troppo liquido.

In una ciotola unite i due tipi di carne, il Parmigiano, il pangrattato, il prezzemolo tritato e condite con sale e pepe nero.

Formate delle polpette da circa 80 g l’una. Con l’aiuto di carta forno stendete ogni polpetta e farcite con una fetta di scamorza e un cucchiaio di friarielli.

Arrotolate cercando di chiudere il ripieno premendo verso l’interno con carta forno che aiuterà a non far appiccicare la carne alle mani.

Una volta ottenuti dei cilindretti premete con le dita per sigillare i lati esterni: in questo modo otterremo dei mini polpettoni. Procedete con la cottura in padella oppure se preferite in forno.

Taccole con pomodorini

Ingredienti:

500 g di taccole
250 g di pomodorini
Aglio o scalogno
Sale q.b.

Procedimento:

Lavate le taccole. Con un coltello eliminate le due estremità.

Cuocetele in abbondante acqua salata bollente per circa 10-15 minuti.

Pulite intanto i pomodorini e tagliateli a metà.

Rosolate in padella l’aglio o lo scalogno con l’olio ed aggiungete quindi i pomodorini ed un po’ di sale. Cuoceteli per 5 minuti.

Scolate le taccole ed unitele ai pomodorini.

Mescolate e cuocete per circa 5 minuti, quindi regolate di sale.

E ora… diteci la vostra!

Attendiamo le vostre recensioni su questa Schiscetta di Giugno e le foto dei vostri risultati su Coworking Lab Milano

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