Alessio Buccino

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del cuore che consigli qui in zona Lambrate?

Mi chiamo Alessio Buccino sono nato e cresciuto nell’hinterland milanese e ho frequentato il Politecnico, quindi diciamo che ho sempre frequentato questa zona, dove poi ho conosciuto il Coworking Lab. A Milano, però, ci sono tornato dopo parecchi anni all’estero. Dopo aver studiato Ingegneria Biomedica, infatti, sono stato a Oslo per il dottorato e poi due anni a Basilea. Ma Milano mi mancava. Inoltre, la mia compagna è di qui, quindi tornare è stato un passo obbligato.

Alessio Buccino Raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Ho scelto la carriera accademica, ma nel mio settore è particolarmente complicata e precaria, quindi ho pensato di sfruttare le mie competenze per lavorare come freelance. Il mio settore è la ricerca in ambito neuro tecnologico, più precisamente sviluppo software per l’analisi  dei dati acquisiti dal cervello, così oggi lavoro come consulente scientifico e sviluppatore di software opensource per la comunità scientifica e gli istituti di ricerca.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Quando sono tornato a Milano e ho iniziato a lavorare come freelance, volevo trovare un coworking per evitare di dover lavorare a casa. Sono convinto che una linea di demarcazione fra casa e lavoro sia necessaria. Così ho cominciato a guardarmi in giro ed ho trovato il Coworking Lab, mi è piaciuto subito…i colori, l’atmosfera…non ho avuto bisogno di cercare altro: era il posto perfetto per la mia workstation superperformante!

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Il mio è un settore di nicchia molto specifico, ma il primo giorno, con mio enorme stupore, ho scoperto che il mio vicino di scrivania era un altro ingegnere biomedico. Ci confrontiamo, parliamo del nostro lavoro, ci lamentiamo della nostra condizione di freelance. È confortante sapere che ci sono altre persone nella mia stessa condizione! Ma è bello anche incontrare persone che lavorano in ambiti differenti dal mio: nella pausa caffè è piacevole parlare di altro.

Alessio Buccino Perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Perché sceglier me? Semplice: perché in tutto il mondo ci saranno al massimo 30 persone che fanno ciò che faccio io! E scendiamo a 2 se consideriamo solo i freelance!

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Il mio hobby principale è la musica. Mi piace suonare la chitarra, tanto che appena rientrato a Milano ho rimesso in piedi la mia vecchia band. Un’occasione per staccare il cervello e stare in compagnia. E poi amo fare sport, giocare a calcio, correre nel verde. E lavorare qui al Coworking Lab è perfetto, perché questa zona è piena di parchi!

Daniele Afferni (DAF)

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del cuore che consigli qui in zona Lambrate?

A Milano mi ha portato la cicogna! Io sono nato qui e il mio nome è Daniele Afferni, ma tutti mi conoscono come DAF, il diminutivo con cui i miei amici mi chiamano da sempre e che oggi è divenuto anche il mio nome d’arte. Io sono essenzialmente un artista, anche se la mia attività si sviluppa in tre differenti ambiti. Sono un comic artist, un fumettista come si diceva una volta, quindi realizzo fumetti, soprattutto nel mondo dei supereroi; poi collaboro con il mondo del cinema in qualità di concept artist, quindi lavoro sulle immagini che consentono ad animatori, modellatori e disegnatori 3D di capire come realizzare e girare una determinata scena; ed infine sono un pittore, attività che porto avanti nel mio studio, a pochi passi da Coworking Lab.

Raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Io ho sempre amato disegnare, da quanto mi raccontano è qualcosa che ho sempre fatto, fin dalla scuola dell’infanzia. E parallelamente, ho sempre amato i fumetti, che leggo con avidità da quando sono piccolo, soprattutto supereroi. Quindi il motivo per cui ho scelto questa professione, credo sia questo. Amavo i fumetti e volevo farne di miei, volevo entrare in quel mondo.

Per questa ragione ho fatto prima il Liceo Artistico, poi la scuola di fumetto, ma prima di dedicarmi alla mia passione principale, ho lavorato per qualche decennio nell’ambito pubblicitario. Avevo una società, ma a un certo punto mi sono reso conto che volevo fare altro nella mia vita. Così me ne sono andato e ho cominciato a fare ciò che più amavo.

Daniele Afferni Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Con Coworking Lab è stato amore a prima vista! Il prezzo è ragionevole e, in più, è a due passi da casa. Sebbene quando lavoro io sia immerso in un mondo tutto mio, credo che lavorare in un bel posto sia importante, altrimenti lavorerei da casa!

Inoltre, anche se dopo tanti anni di lavoro nella pubblicità ero piuttosto stanco del lavoro in team, non mi dispiace avere gente intorno, con cui fare due chiacchiere ogni tanto. Coworking Lab assicura un mix di riservatezza e socialità che non mi dispiace. Alla fine, qui riesco a stare da solo, senza sentirmi solo.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Altri artisti non ce ne sono, i professionisti più vicini al mio mondo sono i grafici. Ma io, anche se finora non si è creata alcuna collaborazione, rimango aperto e disponibile a cogliere ogni eventuale, futura opportunità.

Daniele Afferni Perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Vorrei rispondere perché disegno da Dio, ma sembrerei troppo arrogante! (ride). La verità è che posso vantare una notevole esperienza e che possiedo le competenze giuste per realizzare fumetti di qualità. Un disegnatore infatti, non deve solo saper disegnare bene, ma deve saper raccontare una storia, trovare l’inquadratura giusta per raccontarla e padroneggiare lo storytelling, una tecnica comunicativa che ho affinato quando lavoravo in campo pubblicitario.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

La mia passione è il fumetto. Quando mi arriva la storia, molto spesso niente più di qualche battuta in file word, io riesco a vederla subito e sono in grado di riprodurla in modo efficace. Sia quando si tratta solo di un fumetto, che una volta terminato è finito lì, sia quando lavoro per il cinema, quando il mio lavoro viene poi sviluppato da un team sconfinato di disegnatori 3D, ognuno di loro specializzato in un settore specifico.

I social non sono un mio hobby, ma li uso in forma di marketing, per farmi conoscere, quindi pubblico solo materiale inerente al mio lavoro. D’altronde, oggi nel mio campo si lavora con committenti di tutto il mondo, quindi anche se sono un boomer, è necessario che io sia anche online!

Alessandro Milan

Alessandro Milani

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del che consigli qui in zona Lambrate?

Mi chiamo Alessandro Milan sono un architetto e esercito la mia professione da poco, più precisamente da quest’anno, il lockdown è stato rivelatore, dal momento che, ho avuto modo di ripensare alla mia vita e ai miei impegni. Così ho cambiato tutte le prospettive, sono diventato un libero professionista dopo anni di Corporate. Prima lavoravo come designer e layout dunque mi dedicavo ai punti vendita della gdo ma ho avuto una grande formazione da interior designer. Proprio perché ho avuto questa lunga esperienza Corporate, mi sento di specificare di non essere un lupo solitario, lavorare da casa non mi è mai piaciuto: sembrava quasi dovessi mettermi alla scrivania per fare i compiti, quindi ho deciso di trovare un posto che fosse un Coworking ma non troppo rigido.

Mi sarebbe piaciuto trovare un ambiente un po’ più friendly, una situazione più vivace, che non fosse troppo grande o con troppe persone, la giusta dimensione, quasi casalinga. Condividere il mio spazio con altri mi avrebbe fatto sentire sempre a casa ma allo stesso tempo concentrato sulla mia routine lavorativa. Ho scelto questa zona perché è quella che ho visto per prima una volta arrivato a Milano, è un’area frizzante e viva, io mi riconosco molto nell’ east side perché come tutte le grandi città la parte est risulta sempre molto più viva, più moderna e più vivace come è possibile notare a Berlino,a New York e anche a Milano

Alessandro Milan raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Io sono un desiger, questa passione mi coinvolge fin dall’infanzia, ho sviluppato questi interessi all’età di nove anni quando ho chiesto come regalo a Babbo Natale l’abbonamento ad AB. Sembra quasi un colpo di fulmine, di fatto la direzione presa l’ho scelta fin da subito e mai sono tornato indietro. L’esperienza nell’azienda Corporate mi ha permesso di crescere, però con gli anni ho avuto sempre avuto altri ruoli, altre responsabilità e altri obiettivi spesso distanti dalla mia passione di partenza; per cui ha deciso di cambiare lavoro e dedicarmi solo ciò che mi piaceva nonostante il lavoro di prima mi piacesse molto.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Questo Coworking l’ho trovato attraverso un sito: mi è piaciuto molto fin da subito, mi ha colpito la pagina colorata, questa trasmetteva la vivacità dell’ambiente e a tutti gli effetti lo è veramente! È un luogo in cui è possibile comunicare e convivere, c’è molta positività e voglia di fare, posso condividere i miei momenti di stacco dal lavoro, come la pausa pranzo e le varie pause che faccio durante la giornata, ma soprattutto ho modo di confrontarmi direttamente quando ne ho bisogno chiedendo opinioni e consigli ai miei vicini

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Lavoro veramente tanto sui miei progetti personali, però non posso fare a meno di parlare della forte sinergia che ho costruito con altro Coworkers, se ho un problema vengono immediatamente aiutato, sembra di essere tornato al liceo con i vicini di banco e di posto in biblioteca. Mi piacerebbe sicuramente fare qualche progetto con qualcuno dedicandoci insieme ad una cosa comune.

Alessandro Milan Perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

A me piace fornire un progetto completo in tutti i dettagli, mi piace anche andare a vedere sul campo e di persona ogni particolare su cui poi io devo lavorare. Difficilmente accetto incarichi in cui devo occuparmi solo di una aspetto di una stanza e non del suo complesso perché che il mio lavoro comprenda tutto l’insieme e non solo una sua parte. Se mi viene permesso dal mi piace occuparmi di ogni rifinitura e di ogni piccolezza fino al corredo, quindi la scelta delle posate, dei piatti e dei bicchieri perché sono fermamente convinto che il senso generale sia dato dall’insieme di milioni di dettagli.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Il mio lavoro comprende l’analisi delle esigenze del committente, ovvero le questioni puramente legate all’utilizzo dello spazio. Io poi sviluppo l’immagine visiva che il luogo dovrà avere e mi aiuto con composizioni: dei moodboards pratici su cui io collego ogni aspetto del mio progetto. Sopra compongo legami di colori e materiali partendo da un punto d’ispirazione e dunque comune a tutto che solitamente si riferisce a del piumaggio di animale. Questo per me è fondamentale, se ci pensate bene il piumaggio è il modo più sottile e curato che la natura ha trovato per fare degli accostamenti di colore sopraffini. Dunque prendo il piumaggio che più si riferisce alle esigenze del cliente, campiono i colori e sulla base di questi sviluppo gli accostamenti nel progetto che comprendono carte da parati, mobili, piastrelle e tutto il resto.

Paola Valenza

Paola Valenza

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del che consigli qui in zona Lambrate?

Sono Paola Valenza, sono architetto paesaggista e forse perché ho la fortuna di fare un lavoro bello e che mi piace molto, ti direi che è proprio il mio lavoro la mia più grande passione. C’è anche tanto altro, naturalmente: i miei gatti, il tango, la mia famiglia… 

Ciò che amo del mio lavoro è che non mi annoia mai e mi regala la possibilità di visitare e vivere luoghi belli, di incontrare e confrontarmi con persone stimolanti, che sono sempre una sorgente di spunti, stimoli ed esperienze nuove. E poi mi dà la possibilità di lasciare un segno, attraverso i progetti che faccio, magari piccolo, ma un pezzo di me e delle mie idee resta sui luoghi in cui lavoro. È una grande responsabilità, la sento molto!

Milano ho imparato ad amarla col tempo, non è stato scontato perché quando ero più giovane mi spaventava. Oggi – che ci sono tornata – mi affascina per la quantità di persone, idee, occasioni che circolano. Non è una città sempre facile, è molto esigente e può essere faticosa a volte ma è una continua carica di energia! E in questa stagione, la trovo ancora più bella!

Il mio luogo del cuore qui, in Città Studi? Il parco davanti al Politecnico, sotto casa, che attraverso a piedi, tutte le mattine, per venire al Coworking.

Paola Valenza raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa tipo?

Sono architetto paesaggista: progetto il verde, anzi con il verde. Le piante sono il mio strumento per trasformare uno spazio – sia esterno che interno – in un luogo da vivere e dove nutrire lo spirito. Progetto giardini, terrazzi, coperture e pareti verdi – quello che si chiama in gergo ‘verde tecnico’ per la sua profonda integrazione con l’edificio e l’architettura. Per costruire lo spazio, definirlo e dargli una funzione, oltre ai materiali tradizionali come arredi, finiture ecc., uso soprattutto le piante – elementi vivi che hanno proprie dinamiche di vita, crescita e sviluppo. 

Il progetto inizia sempre da un’attenta analisi del luogo, per capirne le caratteristiche, come viene abitato e usato. Solo dopo aver raccolto queste informazioni è possibile scegliere le piante giuste da introdurvi. Non è solo una questione climatica ma di interazione con le persone che abitano quel luogo. Le piante sono una risorsa incredibile per dare qualità all’ambiente in cui viviamo ma occorre conoscerle bene, perché da risorsa non diventino un problema.

Potrei parlare per ore del mio lavoro, ma definire la mia giornata tipo non è immediato. Posso restare ore davanti al pc o al tavolo da disegno, per progettare; altre volte sono in cantiere o in campo per fare sopralluoghi, condurre rilievi, seguire l’andamento dei lavori. C’è un bel po’ di burocrazia nei progetti – non proprio la parte migliore, ma bisogna fare anche quella. E poi c’è tanto studio (e questo mi piace molto!) per aggiornarsi, per specializzarsi, per migliorare l’offerta verso i committenti. E ci sono le persone: i committenti, colleghi, fornitori…loro sono la parte più stimolante, sempre!

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Mi ci ha portato la curiosità, qualche mese prima di venire a starci. E poi mi ci ha portato il mio collega, Manuele, quando cercavamo un posto per sviluppare alcuni progetti, dopo mesi di lavoro da casa in pandemia. Sono qui da maggio e penso che mi fermerò ancora un po’! Ci ho incontrato persone interessanti, molto preparate e motivate: ci sono colleghi architetti, con cui si sono già create delle sinergie di lavoro ma anche professionisti con attività diverse dalla mia. Sono una risorsa, perché possono offrirti proprio le competenze che ti mancano e che cercavi. È un networking molto stimolante! e divertente, perché c’è sempre un’atmosfera collaborativa, propositiva. È un luogo molto piacevole da vivere nel quotidiano e ben organizzato. 

Paola Valenza perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Perché mi piace ascoltare i miei committenti, le persone che si affidano a me, capire quali sono le loro esigenze, i loro bisogni, interpretare i loro gusti: progetto pe loro, per costruire con loro il loro spazio unico. Amo lavorare in team perché credo nella sinergia tra le persone e mi sento più ricca quando posso lavorare con qualcuno: questa ricchezza la riverso nei miei lavori, la metto a disposizione dei miei committenti.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Mi piace viaggiare, visitare le città, viverle anche per pochi giorni: è un osservatorio straordinario delle abitudini, dei ritmi delle persone, del loro modo di relazionarsi con gli spazi della città. Leggere il loro disagio, lo spaesamento o al contrario il senso di benessere che vivono mi racconta se uno spazio è progettato davvero bene per le persone o è solo…un esercizio di progettazione un po’ sterile.

Poi c’è il tango, che mi insegna a mettermi in ascolto delle persone: una pratica per niente facile ma è uno sforzo che ripaga!

Andrea Mantica (Graphic Designer)

Andrea Mantica

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del che consigli qui in zona Lambrate?

Sono Andrea Mantica la mia più grande passione posso affermare con certezza essere il mio lavoro, altrimenti non avrei continuato a farlo per così tanti anni. Questa parte di Milano non la conoscevo, prima di iniziare a frequentare il Coworking Lab, ma mi piace perché è un quartiere in cui riescono a convivere la vecchia Milano e quella moderna, non ho avuto modo di sperimentare ancora tutte le sue sfaccettature ma sembra una zona frizzante e ricca di energia. Un’energia densa e coinvolgente che spero mi porti fortuna nel trovare i miei luoghi e posti preferiti. Ancora non ne ho uno del cuore ma spero di aver tempo e modo di esplorare un pochino quest’anno.

Andrea Mantica raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Io sono un grafico editoriale, quindi di base lavoro su progetti che vengono stampati e pubblicati. Per tanto tempo ho lavorato per riviste, ora mi occupo principalmente di grafiche per libri. È un lavoro molto variegato di cui fanno parte tantissimi ambienti diversi, questo lo rende interessante e coinvolgente. Lavoro in questo campo da ormai quindici anni e ho avuto modo di vivere tutto il cambiamento tecnologico che gli anni 2000 hanno portato, questo ha rivoluzionato in modo pratico lo sviluppo del mio lavoro e anche, a livello generale, i rapporti umani a esso strettamente legati. Un impego che un tempo avveniva prettamente faccia a faccia, da qualche anno a questa parte è diventato totalmente da remoto. Adesso i miei clienti sono a distanza e questo comporta che io stia solo per la maggioranza del tempo. Trovare un Coworking per me è stato necessario per riuscire a aver modo di socializzare, esprimermi e confrontarmi con altri. È paradossale pensa che il progresso tecnologico ha causato un grande distacco umano.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Per me è giusto avere luoghi dedicati ad ogni funzione della nostra vita per cui non ritengo possibile lavorare bene in un ambiente casalingo. Preferisco alla gran lunga stare in un Coworking anche solo per avere dei momenti di socializzazione. Cambiando continuamente le persone cambiano anche gli equilibri interni agli spazi, ci sono soggetti che preferiscono concentrarsi sul lavoro e che invece desidera socializzare ed è proprio questo il bello: riuscire in ogni modo a trovare i propri spazi e le proprie abitudini variando. Sicuramente è un ottimo luogo di lavoro in cui socializzare e scambiare qualche parola.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Il Coworking Lab è un ottimo punto di lancio per trovare nuovi clienti, partner lavorativi e collaboratori. Ho la fortuna di avere molte richieste, dal momento che il mio lavoro si adatta bene a molte categorie di aziende, e i clienti non mancano sicuramente. Proprio per questo io mi sento costretto a dover scegliere a quali progetti dedicarmi per consegnare dei lavori soddisfacenti. C’è comunque molta energia e voglia di collaborare insieme, quando ne avrò modo mi piacerebbe testare questa tipologia di amicizia lavorativa. Sono una persona piuttosto solitaria che ha bisogno di tempo per inserirsi in dei gruppi, questo però è un luogo molto adatto dal momento che ci sono sia gli spazi che le persone giuste.

Il Coworking Lab è un ottimo punto di lancio per trovare nuovi clienti, partner lavorativi e collaboratori. Ho la fortuna di avere molte richieste, dal momento che il mio lavoro si adatta bene a molte categorie di aziende, e i clienti non mancano sicuramente. Proprio per questo io mi sento costretto a dover scegliere a quali progetti dedicarmi per consegnare dei lavori soddisfacenti. C’è comunque molta energia e voglia di collaborare insieme, quando ne avrò modo mi piacerebbe testare questa tipologia di amicizia lavorativa. Sono una persona piuttosto solitaria che ha bisogno di tempo per inserirsi in dei gruppi, questo però è un luogo molto adatto dal momento che ci sono sia gli spazi che le persone giuste.

Andrea Mantica perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Ho un grande bagaglio alle spalle, ho avuto modo di effettuare tante collaborazioni per cui mi sono sempre impegnato tanto. Le amicizie di lavoro che ho sono anche durate tanti anni, questo perché riesco a impiegare tutte le energie che ho in tutti i progetti riconfermandomi con la maggioranza dei clienti.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Mi ritengo una persona curiosa, per questo non mi dispiace entrare in contatto con mondi diversi. Il mio lavoro è prettamente creativo e, dopo tutta l’esperienza che ho, posso dire con fermezza quanto questo sia utile per avere idee giuste al momento giusto. Più informazioni e suggestioni hai nel tuo bagaglio più facile sarà effettuare dei progetti migliori.

Manuele Protti (Trame Verdi)

Manuele Protti

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del cuore che consigli qui in zona Lambrate?

Buongiorno, sono Manuele Protti, sono un biologo e un appassionato di natura. Ho fatto della mia passione una vera e propria professione; ho cercato di aggiungere un po’ di “bello” al contesto in cui vivo e si vive, proprio perché credo davvero che, come si suol dire, la bellezza ci salverà. Con le mie competenze ho creato uno studio di progettazione e realizzazione di giardini e terrazze. A Milano si possono fare bei lavori grazie alla grande sensibilità in campo ambientale, ma anche alla voglia di stare all’aperto e di arredare bene gli spazi esterni. Io abito in Città Studi, sono venuto qui per amore, seguendo la mia compagna architetto.

Manuele Protti raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Il mio quotidiano si articola seguendo i progetti che mi affidano, sono tra loro molto diversi: si va dal terrazzo al piccolo giardino, ma si passa anche a lavori più strutturati dove è prevista la progettazione in contesti più ampi, un esempio sono i giardini all’estero. Diciamo che dove ci sono piante mi piace “mettere radici”. Chiaramente non faccio tutto da solo, essendo biologo e garden designer mi interfaccio quotidianamente con colleghi architetto, che lavorano con me occupandosi di una grande parte dei lavori. Nel quotidiano c’è anche la gestione del cliente, delle commesse, e fornitori… c’è molto studio nella mia professione perché essendo un lavoro tecnico oltre che di design vi è tutta la ricerca delle piante giuste, il tempo e il luogo giusto, la fioritura, le forme, i colori, le texture..il tutto senza tralasciare il gusto del Cliente.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

E’ un bel posto, è anche comodo e vicino a dove risiedo, ma soprattutto è un luogo stimolante; proprio perché si è a contatto con altre persone con cui potersi confrontare e lavorare. Mi sembra che a pelle ci siano tanti bei personaggi con cui condividere un bel percorso, alcuni li conoscevo già per un progetto comune, ma sono sempre aperto a nuove collaborazioni dal momento che ritengo importante lavorare e mettersi in gioco. Ci si fida di chi sa di più e di chi suscita stimoli e ben vengano le sinergie!

Manuele Protti perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Beh i miei punti di forza sono sicuramente: la passione che mettono nei lavori, le competenze, gli anni di studio e il lavoro in team. Cerco le persone giuste per risolvere il problema o per migliorare alcuni aspetti del lavoro, abbiamo un approccio a tutto tondo sulla progettazione e la realizzazione, dando così un servizio completo al cliente senza trascurare nessun dettaglio. I giardini, a differenza dell’architettura pura sono trattati in modo differente giacché l’architettura del paesaggio è qualcosa di vivo. La pianta che pianti ora sarà diversa da quella che curerai l’anno prossimo o fra dieci anni, ma anche venti o trent’anni, lavorare con esseri viventi richiede una certa sensibilità e cura.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Guarda sono molto interessato alla natura in tutte le sue forme. Quindi appena si può vado a fare delle passeggiate, trekking con la famiglia e il bambino, l’abbiamo abituato subito a scarpinare su in montagna piuttosto che andare sott’acqua… ci piace vivere la natura a 360°. Ci piace andare in canoa, in bicicletta e fare arrampicate. E’ da un anno che ci sentiamo un po’ compressi e aspettiamo che si possa uscire. Devo dire che Milano come città dà anche la possibilità di evadere, in poco tempo si raggiungono bei posti; mancano forse i parchi grandi che ho in mente io, ma si può fare comunque molto.

Mi piace molto anche la vita di quartiere, interagire sia con le persone che con le associazioni presenti in Città Studi. Per esempio mio figlio va alle elementari, ed insieme ai genitori abbiamo migliorato l’ambiente scolastico includendo il giardino e gli orti… insomma migliorando così anche il giardino condiviso che c’è qui a Lambrate. Questo perché mi piace vivere questo luogo, non è un dormitorio, è un posto dove passeggio, faccio la spesa, faccio quattro chiacchere, quindi mi piace immaginarlo come un posto più bello, un posto migliore e libero.

Simone Mandelli – Freelance Engineer

Simone Mandelli

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del che consigli qui in zona Lambrate?

Sono Simone Mandelli un brianzolo dunque sono nato e cresciuto nella Brianza, prima di intraprendere gli studi universitari non ho mai avuto modo di vedere e vivere la città di Milano. Ho scoperto la metropoli una volta maggiorenne dal momento che ho deciso di venire fin qua a Milano per conseguire gli studi al politecnico di Milano, qui vicino in San Leonardo. Ho dunque iniziato a frequentare la zona di città studi  e da questo periodo della mia vita in poi posso dire con certezza che questo quartiere è entrato a far parte del mio quotidiano.

Di base ho iniziato ad associare ogni aspetto della mia esistenza a questi luoghi, ho incontrato nuove amicizie, ho scoperto dei locali carini, ho avuto modo di vivere a pieno via Teodosio che, per quanto mi riguarda, è la via del gusto. Ha un’offerta gastronomica imperdibile che vale la pena di provare se siete di queste parti. Cinque anni fa mi sono sposato e mi sono trasferito definitivamente in zona Lambrate dal momento che mia moglie è originaria di Milano e ci teneva a rimanere nel centro della città.

Simone Mandelli raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Di lavoro faccio il consulente tecnico, ho iniziato la mia attività lavorativa in università quando ho avuto l’opportunità di eseguire un dottorato di ricerca. Dopo di che mi sono messo in proprio, ho iniziato ad offrire consulenze alle aziende e mi occupavo di supporto alla progettazione fino alla verifica dei loro prodotti mediante profonde analisi numeriche. Da lì in poi ho continuato con questa attività, espandendomi e crescendo ampliando la mia rete di clienti e anche la tipologia di servizi offerti. La mia giornata di lavoro tipo concretamente è una giornata di fronte ad un computer, tendenzialmente eseguo riunioni con i clienti e, occupandomi di progettazione e verifica mediante analisi numeriche, sono forzato a spendere molte ore davanti allo schermo.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Io i primi anni di professione li ho vissuti, come molti, a casa mia nel mio piccolo spazio dedicato al mio lavoro. Dopo un anno e mezzo circa mi sono accorto che era arrivato il momento di trovare un posto totalmente distaccato da casa mia in cui potessi dedicarmi al mio impiego in particolar modo per separare i due impegni maggiori: la casa con la famiglia e il lavoro. La soluzione migliore sembrava essere la ricerca di un coworking e dunque ho intrapreso questo percorso.

A Lambrate fortunatamente ce ne sono molti, ne avevo molti vicino a casa ma il Coworking Lab mi ha attirato esteticamente, a primo impatto mi è sembrato un ottimo luogo in cui lavorare, colorato, ricco di luce e spazioso, ho preferito dedicare cinque minuti in più al giorno per gli spostamenti piuttosto che lavorare in un luogo che non mi attirasse. Ritengo sia necessario spendere tutto questo tempo in un posto che ti faccia stare bene ed infatti io ho scelto questo.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Rispetto al lavoro che faccio, in termini lavorativi la mia presenza al coworking purtroppo ha poco a che fare con gli impieghi altrui. È un’attività molto specifica e soprattutto dettata da degli studi anch’essi molto centralizzati, è difficile trovare punti d’incontro con altri lavori. Dal punto di vista delle relazioni sociali, invece, c’è stato un ritorno molto interessante dal momento che il confronto in una comunità simile è costante e questo porta molti benefici. In particolar modo quando riscontro un problema, riuscire a parlarne risulta la soluzione migliore mi vengono forniti consigli e ipotetiche risoluzioni adeguate siccome spesso accade che questi ostacoli abbiano inceppato l’attività e i progetti di altri coworkers in passato.

C’è dunque un continuo scambio, di esperienze e di punti di vista sia sui problemi che sulle relazioni professionali sia con i clienti che con gli altri colleghi. Ovviamente ognuno di noi ha un lavoro e un impiego diverso però ci accumuna il fatto di essere grandi lavoratori in proprio impegnati e vogliosi di aiutare chi ci sta vicino.

Simone Mandelli perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Come professionista mi sento di dire che possiedo delle forti basi tecnico-pratiche acquisite durante il mio percorso universitario e questo mi permette di affrontare problemi nuovi e punti di vista diversi ogni volta che mi metto a lavorare su un progetto. Questo può essere considerato un valore aggiunto in quanto più esperienza si possiede più i problemi sono ridimensionati dalla sicurezza che si ha nello svolgere il proprio lavoro. Il percorso è sempre in crescita ed è positivo valutare quotidianamente nuove sfaccettature.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Non vorrei ripetermi ma sicuramente uno dei valori aggiunti che sono riuscito a comprendere e a far mio durante il mio percorso è sicuramente quello di riuscire a condividere i miei progetti con altre persone, spesso non in senso strettamente collaborativo ma semplicemente di aiuto reciproco. Sono riuscito ad avere l’opportunità di poter osservare, confrontarmi e comunicare con altri professionisti, con persone che in qualche modo riescono a interfacciarsi con questa realtà nello stesso modo in cui io stesso mi muovo, così mi permettono di allargare quello sguardo partendo dal particolare arrivando al generale risultando uno stimolo per generare altre tipologie di attività e iniziare a pensare e valutare nuovi e diversi orizzonti.

Silvia Montinaro (SMproject)

Silvia Montinaro

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del che consigli qui in zona Lambrate?

Sono Silvia Montinaro originaria di Torino, nonostante questo conoscevo già Milano dal momento che i miei nonni materni hanno sempre abitato in questa città, a Sesto San Giovanni. Crescendo, nei week-end sono sempre riuscita a tornare per divertirmi, andare a ballare e passare una serata con i miei amici. Torino non è sempre stata come adesso, qualche anno fa non presentava le stesse opportunità e per i ragazzi era alquanto limitante; Milano, invece, proponeva moltissime scelte e la preferivamo.

Mi sono dunque fatta molti amici e nel 2006 mi sono decisa a trasferirmi quando ho trovato lavoro in uno studio nella zona Città Studi, luogo in cui in realtà sono rimasta fino al 2008. Dopo la chiusura della compagnia ho avuto modo di cogliere un’altra opportunità con la mia socia, un nuovo impiego per cui ho lavorato fino al 2014. Dopo di che in quest’ultimo anno apre SM project, ovvero il mio personale studio. Dal momento che ho continuato a lavorare e collaborare con la mia vecchia compagnia, MBP, ho dovuto trovare uno spazio che mi consentisse di rimanere in questa zona. Io abito fuori Milano quindi mi sposto quotidianamente per arrivare in centro, se avessi dovuto cercare un mio ufficio probabilmente mi sarei dovuta arrangiare con tanti spostamenti, in questo modo sono riuscita ad evitarli.

Silvia Montinaro raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa tipo?

La mia quotidianità ha subito vari cambiamenti negli anni, prima del 2017 io riuscivo ad arrivare qui alle 8:00 del mattino, andando via alle 17:00/18:00 nel pomeriggio. C’erano giorni in cui trascorrevo interamente le mie giornate qui dentro e altri in cui smezzavo il mio tempo tra cantieri e tribunale. Dopo il 2017 la mia routine è cambiata molto, arrivo qui molto più tardi rispetto ai miei ritmi passati, tra le 9:30 e la 10:00 del mattino andandomene invece alle 16:30 nel pomeriggio. La mia quotidianità è cambiata molto da quando è nata mia figlia, nonostante io non trascorra più molto tempo all’interno del coworking, rimango molto legata soprattutto per un fattore di comodità, gestisco contemporaneamente molte attività e avere la certezza di un posto fisso mi conforta.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Tra il 2014 e il dicembre 2015 avevo trovato un modo di costruirmi una mia realtà e un mio spazio personale con un collega ma l’esperienza non mi era piaciuta affatto. Di carattere sono una persona molto sociale, passare le ore in ufficio mi permetteva di ottenere un’ottima concentrazione ma a fine giornata mi rendevo conto che necessitavo di un confronto e di momenti di condivisione, in quel periodo ne ero completamente priva. Così mi sono messa alla ricerca di una realtà opposta a quella che stavo vivendo, un coworking, un mondo che mi ha sempre affascinata fin dalla mia esperienza universitaria.

Ne ho trovati alcuni, fortunatamente Milano non ne è sprovvista, e li ho visitati tutti. Alla conclusione del mio piccolo tour ho capito che quello che mi aveva impressionato maggiormente ma soprattutto mi piaceva come spazio in particolar modo rapportato ai miei bisogni lavorativi era esattamente questo. Sono arrivata al CoworkingLab nel dicembre 2015 e tutt’ora sono qui, a livello di zona mi trovo molto bene e inoltre era un’assoluta necessità possedere una sede a Milano. Lavorando con il tribunale di questa città sono obbligata a possedere residenza o sede lavorativa nella provincia, nonostante io abiti qui ho avuto dei problemi in termini di collocamento giuridico poiché con la mia residenza sarei risultata sotto il tribunale di Busto Arsizio, quindi non avrei potuto accedervi.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Questo è un ambiente lavorativo molto produttivo, in cui si ha modo di sviluppare un’importante aspetto di socializzazione e collaborazione. Mi capita spesso di aver bisogno di un confronto riguardo varie tematiche e varie attività diverse. La quantità di persone che gira in questo spazio è impressionante, ognuno di loro è specializzato in un particolare settore e essere consapevoli che per qualunque cosa questi sono disposti a porgere un aiuto è positivo e rassicurante. Spesso gli scambi di idee qui in Coworking mi hanno permesso scoprire abilità e interessi nella mia vita, ben diversi a quelli a cui generalmente ero abituata. Ho un carattere veramente sociale e mi piace questa condivisione dinamica che avviene ogni giorno qua dentro.

Silvia Montinaro perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Io lavoro non è incentrato in un’unica attività, impiego le mie energie in tanti ambiti diversi quello delle perizie, del tribunale sia dal punto di vista penale che civile, della sicurezza sul lavoro, dei cantieri e nella direzione lavori. Dopo anni e anni di esperienza sono riuscita a maturare una professionalità e una conoscenza che in alcuni casi fa veramente la differenza. Essere preparati, conoscere bene la legge e le regole da rispettare mi rende professionale e competente, riesco così ad aiutare al meglio i miei clienti e a garantirgli la migliore delle esperienze.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Questa opportunità, del CoworkingLab, mi ha presa a 360°. Ho avuto modo di crescere a livello lavorativo ma in un secondo momento anche in ambito di conoscenze e amicizie, la collaborazione professionale mi ha dato modo di stringere rapporti anche extra-lavorativi. Ci sono diversi esempi di coworkers che hanno lasciato questo studio ma con cui ancora sono in contatto, l’ufficio è diventato una fonte di ricchezza assoluta.

Inge de Boer (Food in the Streets)

Inge de Boer

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del cuore che consigli qui in zona Lambrate?

Mi chiamo Inge de Boer sono olandese ma nel 2012 mi sono trasferita a Milano con mio marito. Il nostro obiettivo sarebbe stato quello di realizzare un’esperienza all’estero della durata di un anno, avevamo molta scelta ma alla fine ci siamo decisi per il sud dell’Europa. Dopo tanta ricerca abbiamo scelto Milano, un centro economico, sociale e culturale molto ampio. Pensate che solo nel 2015 è stato presentato l’EXPO in questa città, evento internazionale e multiculturale. Ci siamo trasferiti con l’idea di rimanere veramente per poco ma ci siamo trovati veramente bene. Così dopo molti anni siamo ancora qua, si sente l’aria di quartiere ma rimani comunque in una città molto grande, il fascino della tradizione italiana in un ambiente ricco di connessioni, in cui sviluppare conoscenze e nuove opportunità di lavoro.

Inge de Boer Raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Nasco come architetto ma il mio obiettivo non è mai stato quello di disegnare. In Olanda ho avuto modo di fare alcune esperienze nell’ambito ma quando sono arrivata qua ho deciso di impegnarmi nei miei progetti. Ho sempre sognato di organizzare eventi in special modo legati al cibo e la relazione di quest’ultimo con la città, ho lavorato con EXPO e ho creato itinerari per i turisti a Milano coniugando punti di interesse e cibo. Questa è una delle attività che mi ha dato di più, il lavoro mi ha portata a intraprendere nuovi programmi, di fatti ho continuato nell’ambito ma creando un tour alla portata di tutti. In due ore porto i visitatori a scoprire le bellezze di Milano e le sue curiosità.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Arrivare in uno spazio coworking per me è stato necessario, non volevo passare tutta la mia giornata in casa da sola di fronte ad uno schermo. Sono riuscita a trovare un luogo interessante che riuscisse a unire lavoro, socialità e non troppi spostamenti. Questo è uno spazio bellissimo, con molta luce e tantissime opportunità; con gli anni nonostante alcune pause per impegni personali, sia io che mio marito siamo rimasti fedeli a questo spazio.

Tra i fattori che apprezzo maggiormente, e che mi hanno convinta a rimanere qui, si fa spazio l’importanza di aver trovato un ambiente familiare e accogliente; non sono sotto le direzioni di capi e principali, sono io con altri colleghi che partecipiamo attivamente alla costruzione dell’ambiente in cui viviamo. L’aspetto della socialità è un’altra delle motivazioni che mi colpiscono di più, ho avuto modo di conoscere molte persone e crearci un rapporto umano interessante, dal momento che c’è molta assiduità nella presenza al coworking.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati?

È interessante come le persone che ho conosciuto riesco a viverle a 360° sia nella vita quotidiana che negli aspetti lavorativi. Non sono mai nate collaborazioni concrete ma riconosco che ogni giorno ci sono tanti scambi di idee. Ogni approccio al lavoro è diverso e alle volte riuscire a guardare il mondo da un’altra prospettiva è quello che potrebbe risultare il punto di svolta. Sono costantemente influenzata dai miei colleghi, prendo ispirazione e spunto da ogni loro consiglio applicandolo ai miei progetti, alla mia storia e ai miei obiettivi.

Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Negli anni ho avuto modo di crescere anche con l’aiuto di altri coworkers. Ci aiutiamo e ci ispiriamo a vicenda è un rapporto molto positivo e costruttivo. È un ambiente molto dinamico e ricco di cambiamenti non so cosa avrà il futuro in serbo per me ma ne sono incuriosita.

Inge de Boer perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Il pubblico con cui lavoro per ora è molto ristretto. I miei tour vengono svolti in olandese per cui sono principalmente indirizzati a chi conosce la lingua. Sono una guida che comunica quindi con una serie di persone che potenzialmente non troverebbero un accompagnatore in grado di presentargli la città. Inoltre, garantisco ai miei clienti un servizio ottimale, di una guida che, oltre ad aver compiuto degli studi, vive a pieno le dinamiche della metropoli.

Chi fa un tour con me riesce a visitare un luogo turistico dalla prospettiva di chi abita in Italia, porto i turisti a comprendere le tradizioni e ad eseguire riflessioni riguardanti la vita in questo paese, non è scontato che le guide si concentrino su questi aspetti. Un esempio che spesso riporto è quello del caffè, è una bevanda che in Italia ha un significato storico e culturale ma spesso i turisti non ne conoscono il significato, proprio per questo mi impegno nell’esplicare quali sono nell’effettivo le tradizioni e le loro valenze culturali.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Tra gli interessi più evidenti che ho noto la voglia continua di scoprire, sono molto curiosa, mi piace prendermi del tempo e andare alla ricerca di tutto ciò che non conosco. Questa caratteristica è fondamentale nel mio lavoro, in primis sono venuta a conoscenza del coworking se non fossi stata una persona curiosa, non avrei mai scoperto. Inoltre, il mio tour risulta interessante e migliore della concorrenza perché risulta diverso da quello degli altri. Ho trovato nel tempo luoghi interessanti ne racconto la storia, così da costruire un giro di clienti appassionati e vogliosi di conoscere tante cose, come piace fare a me. Riporto la mia passione in tutti gli ambiti, ad esempio, anche nella mia vita privata e familiare.

Stefano Casagranda (Olea Medical)

stefano casagranda

Raccontaci di te! Qual è la tua passione più grande? Cosa ti ha portato a Milano (se non sei di qui)? Cosa ti piace di più di Milano? C’è un tuo posto del che consigli qui in zona Lambrate?

Mi chiamo Stefano Casagranda sono originario di Pavia, una città al sud di Milano. Il capoluogo è sempre stato un grande punto di riferimento durante tutta la mia vita, è un centro economico e culturale non indifferente che esercita la sua potenza non solo nelle città vicine, ma anche in tutta la nazione. Mi sorprende sempre il fascino di questa città, è interessante, movimentata, capace di conformarsi ai cambiamenti e a modellarsi in una splendida maniera. Di paesi e di persone ne ho viste e vissute molte, ho avuto modo di sperimentare la vita in America e in Francia. Entrambi gli episodi sono stati formativi e costruttivi per la mia persona, ho imparato molto sia dai luoghi che dagli abitanti. Dopo le mie avventure ho deciso di far ritorno in Italia, lo stato in cui sono nato e cresciuto, in particolare sono rientrato a Milano. È una città che apprezzo in ogni suo aspetto, in particolar modo per la sua vicinanza alla città dove risiedono i miei parenti e amici. Le zone che preferisco sono sicuramente il Tra le righe e l’Alcatraz.

Stefano Casagranda raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa tipo?

Lavoro per un’azienda con sede a Marsiglia, mi sono avvicinato a questa tipologia di contratto durante il mio dottorato. È stato interessante scoprirmi e crescere insieme all’azienda mi ha dato e continua a darmi innumerevoli opportunità tra cui la possibilità di stare in Italia a lavorare per una azienda estera. Ho vissuto in Francia per stare più vicino alla mia sede lavorativa, lo stile di vita italiano mi è decisamente mancato e di fatti ho preferito farne ritorno. Mi trovo molto bene, ho conosciuto colei che adesso è la mia compagna e il mio lavoro mi soddisfa quotidianamente.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Ho scelto di avere sede lavorativa nel coworking Lab perché mi piace stare a contatto con le persone. La mia routine è comunque dettata dalle mie responsabilità e dal mio senso del dovere, e per questo sono felice di viverla in questo ambiente dinamico. Ogni giorno riesco a coordinare il mio team a distanza e generare prodotti capaci di apportare innovazione nel campo della ricerca biomedicale. Scegliere un coworking è stata la svolta per la mia vita, vivo nella città che mi piace di più al mondo, ho tempo e modo di dedicarmi alla mia compagna. La leggerezza con cui tutti i coworkers operano mi invoglia a tornare il giorno seguente e sfruttare al meglio tutto il mio tempo per rimanere produttivo nel mio lavoro.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Questo è un ambiente lavorativo molto produttivo, in cui si ha modo di sviluppare un’importante aspetto di socializzazione e collaborazione. Spesso gli scambi di idee qui in Coworking mi hanno permesso scoprire abilità e interessi nella mia vita, ben diversi a quelli a cui generalmente ero abituato. Mi sono avvicinato, ad esempio, al PNL, programmazione neuro linguistica, ma anche allo sviluppo software e alla programmazione. Mi piace questo ambiente dinamico e sociale, mi sento a mio agio e in ottima compagnia, mi piacerebbe molto far fruttare questo aspetto in qualcosa di più costruito e elaborato, oltre che divertente sarebbe un ottimo stimolo creativo.

Stefano Casagranda perché scegliere te? Cosa rende il tuo lavoro differente rispetto ai competitors?

Io lavoro nel campo clinico/medico, è molto complesso in questi ambiti definire competitors coloro che si adoperano in attività simili alle mie. Nel complesso il nostro obiettivo ultimo è la salute dei nostri pazienti e quanto ci sono di mezzo delle vite umane è difficile che ci sia una competizione prepotente. Io e tanti altri appartenenti a società di tecnologie mediche, di università, di ospedali e di centri di ricerca, vediamo i nostri reciproci progressi come un aiuto e un motivo di stimolo per migliorare le diagnosi e le eventuali scoperte. In generale mi sento di rispondere alla domanda specificando che, per quanto mi riguarda, ci metto passione e dedizione in ogni aspetto del mio impiego. Mi impegno molto in particolar modo in tutto ciò che rientra nella sfera della collaborazione tra impiegati per cui anche di relazioni con collaboratori internazionali, so molto bene inglese e francese, nel caso del mio lavoro è decisamente un aspetto da non sottovalutare.

Contaminazioni. Quali sono le tue passioni? In che modo questi interessi sono rilegati ai tuoi hobbies o divengono carburante per le tue idee?

Uno dei miei interessi principali è la lettura, mi piace leggere e dedicarmi ai libri, in particolar modo ai fumetti come Dylan Dog. Amo guardare serie televisive, passare del tempo in compagnia e viaggiare. Per quanto mi riguarda ritengo assolutamente necessario un sano equilibrio tra tempo libero e lavoro, sia per mantenere alta la produttività sia per rendere le nostre giornate piacevoli, staccare la spina e ricaricarsi per me è la chiave per un grande successo lavorativo. Ogni hobby e interesse mi ha aiutato a mantenere la curiosità alta: il mio spiccato desiderio di sapere è un aspetto che ritrovo molto nella mia quotidianità lavorativa.