Il coworking fa bene alla salute

Sapevi che il coworking fa bene alla salute? Avete presente la giornata di un libero professionista che lavora in maniera autonoma, in un contesto isolato, magari in casa propria?

Prima del coworking

Sveglia alle 7:00, colazione in famiglia, pochi passi ed eccolo lì nella stanza accanto adibita ad ufficio. Pausa caffè, pausa pranzo con i propri cari e passeggiata fuori, sempre se il tempo lo permette. Di nuovo quattro passi e ritorna in ufficio aspettando la fine della giornata lavorativa. Manca poco all’ora di cena, solite faccende da sbrigare e poi eccolo a letto, pensando alla giornata seguente, con la solita routine.

Lavorare così, inizialmente può sembrare stimolante, ma con il passare del tempo possono subentrare problemi quali la noia, lo stress, la scarsa concentrazione, che per quanto banali non sono da sottovalutare. Non c’è più distinzione tra l’ambiente di lavoro e quello domestico, non si ha la possibilità di confrontarsi con altri professionisti e le distrazioni sono comunque tante (immaginate per esempio un padre di famiglia con dei bambini in giro per casa). Vengono a mancare una serie di stimoli che inevitabilmente possono portare a conseguenze anche dal punto di vista lavorativo.

Con il passare del tempo ciò che poteva essere un grande vantaggio (lavorare da casa), rischia di diventare il principale motivo di insoddisfazione personale.
Per poter svolgere al meglio il proprio lavoro bisogna essere in uno stato di benessere sia fisico che mentale. Ed è questo uno dei motivi per il quale il coworking fa bene alla salute.

Ed eccolo lì il nostro libero professionista che inizia a pensare, a voler cambiare, a cercare nuovi stimoli, nuovi ambienti e soprattutto altri lavoratori con cui relazionarsi. Ha bisogno di un senso di comunità e di benessere che solo in un coworking si può trovare (questo un secondo motivo per il quale il coworking fa bene alla salute). Immaginiamo adesso il nostro freelance che ha deciso di dare una svolta alla sua vita.

Vita in coworking…perchè il coworking fa bene alla salute

Solita sveglia alle 7:00, colazione in famiglia e poi subito in macchina verso quel nuovo modello lavorativo, quel nuovo ufficio, quella nuova postazione autonoma ma che allo stesso tempo è circondata da altri professionisti con cui scambiare idee, condividere il proprio lavoro. Nuovo ambiente, bel design, spazi ben suddivisi, funzionali, silenziosi, tanti freelance tutti motivati, concentrati e appassionati del proprio lavoro…Una grande armonia!

Difficile in un ambiente così non essere concentrati, non aver voglia di lavorare, di dare il meglio proprio come tutti gli altri “colleghi’’ accanto.
Pausa pranzo con Marco e Serena, ingegnere informatico e avvocatessa, grazie ai quali tra una chiacchiera e un caffè hanno dato al nostro libero professionista una buona idea, che gli ha permesso di portare a termine un bel progetto lavorativo. Il bello di un coworking è proprio questo, confrontarsi, scambiarsi idee, consigli e perché no? far nascere anche delle collaborazioni.

Sono tante infatti le start up nate proprio in questi ambienti, tra persone che hanno condiviso e messo insieme le proprie professioni, idee, realizzando i migliori progetti lavorativi. Adesso il nostro libero professionista è contento, ispirato. Va a letto pensando ad una nuova giornata lavorativa in quel coworking, in cui regna la stima, la condivisione, la concentrazione. In quel nuovo ufficio in cui, tra una pausa caffè e una passeggiata in giardino o in terrazzo, vi è quello scambio di idee che non può che portare miglioramenti dal punto di vista lavorativo.

Ed è proprio quel benessere e quel senso di community che stava cercando!

Coworking a Milano: uno spazio sostenibile

Tutti noi conosciamo bene il significato di co-working e spazio sostenibile. Sappiamo come funzionano e cosa sono gli spazi dedicati, ma molto spesso trascuriamo i vantaggi che questa modalità comporta a noi e alla collettività.

I luoghi di lavoro condiviso sono l’ideale per i liberi professionisti che non vogliono rinunciare alla socialità nonostante la natura solitaria del loro impiego. Oggi avere un ufficio non significa più entrare nella sede di un’azienda. Gli spazi di coworking sono progettati per offrire le medesime comodità con il vantaggio di una grande autonomia di gestione.

L’aspetto più interessante delle realtà di lavoro condiviso è la natura variegata dei professionisti che le vivono. Stabilire collaborazioni è un’attività all’ordine del giorno e permette numerose opportunità di crescita. Lavorare in uno spazio di coworking permette di gestire al meglio il tuo tempo e massimizzare la tua produttività.

Troverai dunque un ambiente efficiente ma informale, condiviso con altri liberi professionisti con cui potrai scambiare opinioni e pareri sui tuoi progetti.

Spazio sostenibile: un edificio riqualificato e ripensato per le tue esigenze

Un vantaggio importante degli spazi di coworking è la loro sostenibilità: i nostri uffici sono realizzati all’interno di strutture recuperate dall’incuria e salvate dall’abbandono e per questo sono spazi sostenibili.

Ricerchiamo ambienti in disuso a cui regalare nuova vita e una nuova forma di utilizzo, in un’ottica molto più green. Tra i nostri spazi, un ottimo esempio di riutilizzo dei locali è il Family Lab, nato da un’ex stabile che in passato ospitava una storica cartoleria del Quartiere Lambrate.

Le grandi aziende producono palazzi enormi senza preoccuparsi della loro funzione una volta che li abbandonano per trasferirsi in altre location. La nostra realtà vuole offrire un modello di sviluppo differente sia per i liberi professionisti che, in un’ottica più generale, per tutta la collettività milanese. Riqualificare significa creare nuove opportunità e nuovi spazi per far crescere la nostra città e migliorare la qualità della vita degli abitanti.

Gli ambienti di co-working sono riadattati per soddisfare le necessità lavorative e professionali di tutti: sale riunioni, impianti luci adeguati, infrastrutture tecnologiche all’avanguardia e comodità di ogni tipo per godersi una pausa caffè in compagnia. Tutto ciò significa poter godere delle comodità di un ufficio rimanendo però in un’atmosfera più rilassata e soprattutto sostenibile. Il co-working come modello di lavoro sostenibile

Gli uffici sono per loro natura formali e, a volte, opprimenti: ogni libero professionista ricorda i suoi trascorsi da impiegato come esperienze non sempre positive, altrimenti non avrebbe deciso di mettersi in proprio. Il co-working invece si propone come nuovo modello di lavoro più informale e sostenibile.

La tua professione ti appassiona e i tuoi ritmi non corrispondono più a quelli del lavoro dipendente, perciò, è ora di cambiare anche lo spazio in cui operi. Riunire professionisti differenti e brillanti nel medesimo spazio può dare vita a progetti dal valore davvero inestimabile. Oggi più che mai la flessibilità è una caratteristica richiesta e fondamentale per tutti i liberi professionisti, indipendentemente dal settore di provenienza, e proprio per la sua rilevanza anche gli spazi di lavoro devono possederla.

I vantaggi del nostro spazio

Come già detto i nostri spazi di coworking nascono dalla riqualifica di un edificio lasciato a sé stesso che, dall’inaugurazione in poi, vuole creare un vantaggio per la comunità e diventare spazio sostenibile. Ma i veri benefici del coworking sono tutti racchiusi nell’enorme potenzialità di fare network all’interno di questi spazi: il confronto e l’ascolto tra i membri della nostra community ha già dato vita a numerose collaborazioni di valore.

L’ambiente è pensato per stimolare la creatività di ognuno e per rendere piacevoli le ore di lavoro. Stampanti, spazi di archiviazione digitale e fisica, telecomunicazioni all’avanguardia e tanto altro ti aspettano negli spazi di coworking a Milano.

Federica Metrangolo (Jocca)

federica metrangolo

Mi chiamo Federica Metrangolo e sonio una persona che ricerca la costante evoluzione. A mio avviso, Milano è la città che per eccellenza permette di essere sempre impegnati. Si è a contatto con nuovi stimoli, immersi nella cultura e coinvolti in eventi che rendono ogni giornata ed uscita diversa da quella precedente.

L’università e l’ampia offerta di opportunità lavorative mi ha portata a Milano, dopo essere andata via questa meravigliosa città mi ha richiamata a sé. Il quartiere di Lambrate è sicuramente un quartiere comodo e ben servito. La zona è molto comoda per raggiungere qualsiasi punto di interesse in poco tempo. Non ho un luogo preferito di Milano, credo che man mano che i miei interessi cambiano, scopro e frequento nuove zone di Milano più adatte a ciò che ricerco!

Federica Metrangolo raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Attualmente sono responsabile di export e vendite per un’azienda spagnola principalmente nel settore del Retail e Grande Distribuzione Organizzata. Continuo ad esercitare come freelance la professione di Interprete di Conferenza e di Trattativa per eventi e incontri di carattere economico-commerciale e fiere di settore. Collaboro principalmente con Ambasciate e Camere di Commercio qui a Milano che richiedono un servizio specializzato nelle lingue inglese e spagnolo. Ho scelto queste due professioni in quanto mi permettono di condurre una vita dinamica e in costante movimento, nonché di creare sinergie a livello lavorativo ed essere sempre in contatto con persone e clienti con i quali, nel tempo, ho avuto modo di stringere legami anche di carattere personale. Sono spesso in viaggio per incontrare i clienti o in giro per eventi, ma trascorro una buona parte del mio tempo nel coworking per gestire gli aspetti più operativi delle mie attività.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Ho scelto il Coworking Lab perchè mi è sembrato molto alla mano, con ampi spazi luminosi e gente interessante. Credo molto nelle relazioni e nel networking che si possano generare in spazi come i coworking; questo nello specifico ha varie aree condivise, dalla cucina a un bellissimo terrazzo con tavolate e sdraio che ci accolgono nei momenti di relax e chill out. Trovo importante anche l’autonomia di accesso 24/7, la privacy delle sale riunioni e la possibilità di scegliere tra una postazione fissa e una flessibile in base alle esigenze di ognuno. Sono qui da oltre 2 anni e credo che grazie al contributo di tutti i coworker, il Coworking Lab sia uno dei più accoglienti su Milano.

Federica Metrangolo raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Credo ci siano svariate opportunità di business con i coworker. Il Coworking Lab ospita varie figure professionali, da traduttori a architetti, designer, venditori, ingegneri, informatici, imprenditori, avvocati, coach, etc. È difficile pensare che non si creino delle occasioni di scambio e non nascano vere e proprie collaborazioni. Ad oggi ho sicuramente tratto vantaggio dal contributo di ognuno in varie occasioni per diverse occorrenze. Trovo che una vera e propria collaborazione possa sicuramente nascere laddove si vadano a creare dei progetti che prevedano la presenza di una figura professionale presente nel Coworking. Di certo la condivisione degli spazi ci ha portato con il tempo a conoscerci tutti e in futuro, laddove si dovesse avere bisogno di un professionista, trovo scontato che si coinvolga in primo luogo qualcuno di vicino, in questo caso fisicamente! So che ci sono varie collaborazioni in corso, non ho progetti di business attivi ma presto sento che qualcosa potrà prendere forma! 

Come è stato il 2020 secondo gli italiani?

In questo articolo vedremo come è stato il 2020 secondo gli italiani grazie ad un’indagine. In generale 1 italiano su 2 (54%), valuta il 2020 come un anno negativo. Al contrario, il 18% degli italiani ne ha una visione positiva. In particolare sono le persone che si trovano nella fascia d’età intermedia ad avere una visione migliore dell’anno, infatti tra chi ha 25-34 anni il 30% dà una valutazione positiva, e tra i 35-44enni sono invece il 27%.

Focalizzandoci su aspetti più specifici:

  • La famiglia sembra essere l’aspetto migliore di questo 2020, il 50% degli italiani infatti sostiene che quest’anno il rapporto con la propria famiglia sia positivo.
  • Nonostante tutto, il 39% delle persone ritiene che per la propria salute possa considerarsi un anno positivo (rispetto al 19% che invece dà un giudizio negativo).
  • Per quanto riguarda il lavoro/la carriera, 1 persona su 3 ha valutato il proprio anno in maniera negativa, solo 1 su 4 invece in maniera positiva.
  • Anche l’economia viene valutata prevalentemente in modo negativo: 1 persona su 2 infatti dà un giudizio negativo all’aspetto economico (contro un 17% che ne dà un giudizio positivo).

Il 2020 secondo gli italiani…quali sono gli aspetti positivi?

Il 2020 è stato appunto un anno in cui abbiamo vissuto in maniera diversa la nostra vita quotidiana, e una buona parte degli italiani (84%) riesce a riconoscere che alcuni aspetti sono stati positivi.

In particolare il “tempo guadagnato” sembra essere la migliore risorsa di quest’anno. Abbiamo avuto più tempo da trascorrere in casa (42%), con la propria famiglia (42%) e per sè stessi (34%). Altri aspetti ritenuti positivi da circa 1 persona su 4 sono l’aver risparmiato dei soldi, la scoperta di nuovi servizi (come le videochiamate, la spesa online…), l’aver avuto la possibilità di lavorare da casa per un certo periodo e aver coltivato un hobby.

Lavorare in un outdoor space?!

Outdoor space, ovvero spazi all’aperto dedicati al lavoro, possono sembrare tutto tranne che una soluzione stabile come ufficio. Tuttavia, come prevedibile, la pandemia Covid-19 ha accelerato la ricerca sull’architettura degli spazi di lavoro condivisi, già peraltro in fermento, e certi risultati sono imprevedibili.

Prima dell’emergenza si discuteva molto sulla fine dell’openspace. Abbiamo ospitato sul nostro magazine più di un contributo sul tema, e sulla riduzione dei patogeni presenti nell’area. Con lo sviluppo di vernici, soluzioni di arredi, sistemi di areazione e l’uso di smart pot e di particolari tipi di piante. Ti consigliamo di guardare anche la nostra sezione DEVs.

Sempre più sofisticato, l’ufficio condiviso e flessibile come lo conosciamo è destinato ad uscire da questa stagione con tantissime nuove idee e possibili soluzioni.

Non sempre praticabili e per tutte le tasche, alcune segneranno la differenza. Le vedremo nei prossimi mesi fino a diventare la norma, altre saranno riadattate al contesto locale e alle possibilità degli operatori e si mescoleranno alla dotazione classica degli spazi di lavoro condivisi.

Lo sarà anche per il cosiddetto outdoor space?

Second Home Hollywood primo esempio convincente di outdoor space

L’azienda britannica Second Home, operatore internazionale con sei sedi a Londra, Lisbona e Los Angeles, ha realizzato e sta sperimentando la formula dell’outdoor space.

Fornendoci un clamoroso esempio urbano di cui non potevamo non parlare – nel contesto vacanziero o del retreats è un discorso già avviato. Vedi il nostro articolo sul bleisure.

Aperta alla fine del 2019,  Second Home Hollywood a Los Angeles ha adottato un approccio unico per la costruzione di 60 uffici separati. “Quello che avremmo potuto fare è entrare in un grattacielo, aziendale, edificio senz’anima, comprare un pavimento e mettere alcuni box”, dice Rohan Silva, cofondatore e CEO di Second Home. “È un modo economico per creare spazio.”

L’azienda con l’aiuto di SelgasCano, famoso studio di architettura guidato da José Selgas e Lucía Cano, ha ristrutturato un edificio storico dei primi anni 60 del novecento di Paul Williams. Primo architetto nero riconosciuto del paese, e insieme ha puntato su una soluzione che è la svolta salutare.

Nel cortile sul retro, dove ha affittato oltre 4500 mq di parcheggio, si è liberata dell’asfalto e ha deposto 700 tonnellate di terreno e vegetazione. Tra cui 6.500 tra piante e alberi di 112 varietà. In mezzo a tutto questo verde, l’azienda ha costruito 60 “uffici da giardino”, che sono spazi di lavoro a forma di fagiolo progettati per pochi lavoratori ciascuno. Questo design consente a individui o gruppi di lavoro di avere ciascuno il proprio spazio dedicato, messo in “quarantena” da altre persone.

Postazioni coworking Second Home Hollowood 3 800

Le pareti acriliche lasciano entrare molta luce. Le unità dispongono di ventilazione su ogni lato (oltre all’aria condizionata), aspirando aria fresca anziché ricircolata in ogni ufficio. Non è proprio come lavorare all’aperto, ma la soluzione offre questo tipo di sensazione insieme al comfort di un riparo e la qualità dell’aria della natura.

L’ex parcheggio è diventato la foresta urbana più fitta della città e per accedere al proprio ufficio non è necessario prendere angusto in ascensore, ma attraversare la foresta…

Ingresso uffici Second Home Hollowood

Lo spazio è stato progettato per la salute, fino ai ripiani curvi in Corian che hanno permesso di tagliare le scrivanie senza linee rette (perché non ci sono linee rette in natura). Accade così che Corian sia anche popolare in contesti ospedalieri per la sua superficie non porosa che è facile da sterilizzare. Ma solo perché è stato progettato per il benessere generale non significa che sia stato progettato per una pandemia.

Il cofondatore Rohan Silva ha dichiarato: “In realtà ciò a cui pensano i nostri architetti è come abbracciare campi come la psicologia evolutiva e la biofilia. Non ci siamo evoluti nel corso di milioni di anni in ambienti che sembrano edifici grigi omogenei. Vogliamo piante, stagionalità e luce naturale […]. Si scopre che l’enfasi sulla salute è molto utile in questi momenti.”

Per quanto riguarda il modo in cui Second Home sta andando, Silva ammette che la presenza dei coworker è diminuita nella sede di Los Angeles durante la pandemia quando le persone sono state licenziate, ma i numeri sono in crescita nell’ultimo mese. Una intuizione che ha trovato parlando con le grandi aziende è che in futuro vogliono poter affittare stanze di dimensioni di cui Silva non avrebbe mai pensato di aver bisogno, con spazi per riunire i team di lavoro da casa per le sessioni di onboarding e brainstorming dei dipendenti.

“Abbiamo una sala riunioni per 200 persone e sale per 20 persone, niente in mezzo”, afferma Silva dell’area dell’edificio principale di Second Home. “Penso che andando avanti. . . avremo bisogno di vedere molta più flessibilità. Avremo bisogno di uno spazio [dove] puoi rimuovere una partizione e spostare alcune piante in modo che diventi un posto per 60 persone “.

Di sicuro qui si anticipano temi e soluzioni che vedremo presto sviluppate anche nella vecchia Europa, come salute, sostenibilità, recupero, benessere, presenza/distanza, flessibilità.

E al tramonto, le luci degli indaffarati “fagiuoli” creano uno scenario davvero unica di fermento e creatività…

L’ufficio senza l’ufficio sei curioso dei prezzi?

Se passate per Los Angeles, il Day Mambership è di sole 25$ al giorno (stampe e caffe espresso al bar illimitati). Prenotando almeno un mese, la Roaming Membership, accesso agli hot desk e alle aree comuni di tutto lo spazio, è di 400$ al mese.

Se invece cercate una soluzione residente, scrivania riservata in uno spazio di lavoro tranquillo. Se cercate spazio circondato da piante e alberi, perfetto per singoli e piccoli team il costo è circa 675$ al mese. 3.200$ per lo Studio membership, nel caso vogliate spostare l’intera vostra squadra.

Anna e Valentina (R+R)

anna valentina

Siamo Anna e Valentina la nostra passione più grande è…il nostro lavoro!

Entrambe fin da piccole avevamo il sogno di diventare architetti, siamo felici di averlo realizzato e dal 2017 di condividere uno studio tutto nostro.

Siamo entrambe milanesi, anzi io (Valentina) proprio “Lambratese”: sono nata e cresciuta in questa zona di cui mi piace tutto perchè spesso è anche legato a un ricordo d’infanzia, come i Giardini della Porta Blu (Via Zanoia, Ndr) o la piscina di Via Ponzio.

Anna: io abito in zona Maciachini e frequento Lambrate grazie al Coworking.

Uno dei posti di sicuro più speciali è lo storico grissinificio Edelweiss.

Anna e Valentina raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Ci occupiamo di progettazione e ristrutturazione d’interni (privati o commerciali) e consulenza a 360°: se un cliente ce lo chiede, lo seguiamo da prima dell’acquisto dell’immobile fino alla scelta e disposizione degli arredi a lavori di ristrutturazione finiti.

Le nostre giornate spesso iniziano presto con le telefonate dai cantieri, poi siamo spesso in movimento per sopralluoghi negli immobili, fornitori di materiali, incontri con le imprese…quando dobbiamo incontrare i clienti, avere la possibilità di usare le sale riunioni in Coworking è un grandissimo vantaggio, sia per la bellezza dello spazio che per le dimensioni delle sale.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Abbiamo scelto Coworking Lab perché è bello, comodo, funzionale e soprattutto perché è frequentato da persone simpatiche, attive sia nel nostro ambito che in professioni completamente diverse.

Ci piace molto la possibilità di scambiare due parole nelle pause, così come di confrontarci per avere un punto di vista esterno.

Fare networking qui è davvero molto facile e naturale.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers? 

Sono avvenuti scambi di referenze e clienti in passato con colleghi di ambiti affini (per certificazioni o perizie) ed è tuttora in corso una collaborazione con Realia, una società immobiliare del Gruppo Next Planet che possiede anche il Coworking. 

Sono tutte opportunità che sarebbe stato molto difficile creare se avessimo avuto un ufficio “in solitaria”, ecco perché siamo felici di questa scelta e continuiamo a rinnovarla da oltre 3 anni.

Tendenze nel mercato del lavoro 20/21

Tratto da jobsora.com tendenze nel mercato 20/21

È un nuovo ordine mondiale e il modo in cui viviamo sta cambiando più velocemente di quanto avremmo mai potuto immaginare. Chi avrebbe potuto prevedere che le imprese che sopravvivranno nel primo trimestre del 2020 saranno solo quelle con attività che possono essere svolte a distanza? Questo è un cambiamento che non abbiamo mai visto arrivare e per il quale molte aziende non erano preparate. Ma il cambiamento è qui ed è giusto che le aziende imparino ad adattarsi alla nuova tendenza.

Le maree sono cambiate rapidamente nel mercato del lavoro e mentre alcune opportunità stanno scomparendo, altre stanno emergendo. Ora, tutto riguarda la questione del valore. Quelli che hanno meno valore per le loro aziende stanno perdendo il lavoro. Alcuni ruoli sono vacanti e hanno bisogno di persone competenti per assumerli. Queste, tra le altre tendenze, sono ciò che vedremo in questo articolo, poiché il mondo si sta impegnando tanto per riprendersi dalla pandemia di COVID-19.

L’Europa nell’ultimo mese è diventata l’epicentro della pandemia di Coronavirus, con paesi come Regno Unito, Francia, Spagna, tra gli altri che stanno subendo alti tassi di vittime. Ciò ha portato a un blocco che ha cambiato il mercato del lavoro come lo conosciamo. C’è una riduzione della necessità di lavoro fisico e di più di lavoro intellettuale. Questo dice semplicemente una cosa: il futuro che stavamo aspettando è qui.

Effetto del blocco sul mercato del lavoro europeo

In un recente rapporto, diversi milioni di posti di lavoro sono a rischio se il blocco continua per mesi. In effetti, lo studio è stato specifico nel riferire che circa un quinto di tutti i lavoratori è minacciato. E questo può essere frenato solo se il blocco in Gran Bretagna e in altri paesi europei verrà gradualmente eliminato in alcuni settori molto importanti. Ciò sta a indicare che alcuni settori dell’economia che non sono considerati elementi essenziali possono toccare il fondo.

La buona notizia, tuttavia, è che molte persone stanno adattando le proprie competenze per assumere nuovi ruoli. Mentre vi è una drastica perdita di posti di lavoro in diverse aziende all’ingrosso, al dettaglio, in hotel, in ristoranti e pub, l’infrastruttura digitale del mondo sta promuovendo posti di lavoro remoti. Tuttavia, nonostante questi cambiamenti nel modo di lavorare, l’economia sta ancora subendo un colpo. Questo sta semplicemente raccontando l’importanza del mercato del lavoro. Il tuo lavoro è importante per la crescita e il sostentamento del Paese.

Il crollo del mercato del lavoro è sinonimo del crollo dell’economia e ciò richiede un’evoluzione in tempo reale del funzionamento del mercato del lavoro. Per i paesi che sono principalmente guidati dal mercato del lavoro, il blocco ha portato lo stato ad intervenire per allentare la pressione sulle famiglie. Ma c’è solo un limite a quanto tempo può persistere.

L’effetto è attualmente dannoso per il mercato del lavoro, che pone l’accento sul drastico cambiamento nel futuro del lavoro. Non si può dire che la sezione del mercato del lavoro che si sta comportando in modo efficiente in questo periodo sia la sezione remota dei lavori.

Il mondo è cambiato, un nuovo modo di vivere e stanno emergendo affari, le start-up stanno spuntando e le aziende lavorano a distanza. Il mercato del lavoro è in rapida evoluzione e molti non sembrano riconoscere questo fatto. Questo è un cambiamento e tu, come cercatore di lavoro, devi essere pronto.

Realtà dei lavori durante la pandemia COVID-19

Il modo in cui lavoriamo è cambiato per sempre. Quelli che non sono pronti per questo cambiamento saranno lasciati indietro, tranne che impareranno ad adattarsi al cambiamento. Questo cambiamento sta avvenendo in tempo reale e pochissimi lo stanno notando. Il lavoro a distanza è ciò che tiene insieme diverse aziende.

Sebbene finora questo cambiamento non sia stato facile, continuiamo a imparare come migliorare le cose. Le persone rifanno i loro programmi per adeguarsi alle nuove condizioni con cui devono lavorare. All’inizio è stata una cosa difficile da superare. Tuttavia, il tempo ha aiutato i lavoratori ad adattarsi.

La verità è che l’abilità richiesta per ottenere un lavoro in questo momento è diversa da quella che ci si aspettava. Ora per essere dalla parte dei guadagni hai bisogno delle basi di un computer, una connessione a Internet, dispositivi intelligenti, ecc. Hai bisogno di competenze trasversali, conoscenze di programmazione, conoscenze di scrittura. La maggior parte di questi fattori non erano necessari nel mondo pre-Covid. Una cosa è, tuttavia, certa, il mondo Covid e il mondo post-Covid richiedono queste abilità.

Il flusso di lavoro delle aziende è stato facilitato dalla presenza di e-mail, piattaforme di videoconferenza, chat room, tra gli altri. Diverse aziende si stanno rassegnando al fatto che non riprenderanno a lavorare al termine della pandemia di COVID-19. Se le aziende possono lavorare interamente a distanza in questo momento, non è necessario affittare o disporre di uno spazio fisico per le riunioni. L’infrastruttura Internet nel corso dell’anno si è sviluppata ad un livello in cui può facilitare queste esigenze.

Un altro grande cambiamento è il fatto che il periodo di lavoro di 8 ore verrà cancellato. Questo perché i lavoratori sono sempre online. Ora, questo potrebbe avere un aspetto negativo, in quanto è facile perdere la cognizione del tempo assegnato al lavoro. Spetta quindi al lavoratore impostare un sistema che si adatti al lavoro, con il tempo della famiglia, con il tempo personale, il tempo libero, ecc. Il confine deve essere fissato dall’individuo, poiché i tradizionali limiti del tempo di lavoro non sono più lì .

Ciò rende più difficile per i lavoratori mantenere una buona qualità della vita, il che significa che è tempo di imparare a bilanciare il lavoro con il solito stile di vita.

Cos’è ora il futuro del lavoro?

Negli ultimi anni ci sono state molte speculazioni su come sarà il futuro del lavoro, su come robot e altri sistemi automatizzati sostituiranno le persone. Queste speculazioni andarono oltre a prevedere un futuro di team più collaborativi, la necessità di intelligenza emotiva, tra gli altri fattori che descrivono la necessità di esseri umani più intelligenti sul posto di lavoro.

Tutte queste speculazioni e previsioni certamente non hanno messo in prospettiva la pandemia di Covid-19. Un paio di mesi fa, nessuno avrebbe creduto che potesse mai esserci un focolaio di malattia che mettesse in ginocchio il mondo e avrebbe provocato un blocco totale.

Mentre molti concordano sul fatto che si tratta di una rivoluzione e che le prove sono viste nel modo in cui stiamo attualmente lavorando e in che modo gli altri stanno pianificando di lavorare post-covid, rimane ancora da stabilire a livello globale; di cosa avresti bisogno per lavorare in futuro?

Non importa quanto sia vago il futuro in questo momento, alcuni fattori ed elementi sono destinati a influenzare il modo in cui lavoreremo in futuro.

Ci sarà sicuramente innovazione ed evoluzione nel modo in cui Internet promuove il lavoro. Il mondo della fantascienza che abbiamo sempre visto in TV è destinato a raggiungerci più velocemente di quanto avessimo mai immaginato. La trasformazione digitale del mondo è destinata ad essere accelerata. Le informazioni saranno disponibili a chiunque. Ciò si tradurrà in lavori più veloci e con maggiore flessibilità

Inoltre, a causa della maggiore attenzione all’ordine del giorno, non sono necessarie ampie presentazioni di PowerPoint, che portano a una drastica riduzione del tempo impiegato per l’incontro.

Intermediari e consulenti sono stati per lungo tempo una parte intrinseca del modo tradizionale di lavorare. Tuttavia, questo è destinato a cambiare mentre avanziamo nel futuro. Ci sarà una necessità ridotta di project manager, né di assistenti esecutivi, e i ruoli dei manager spariranno. Piuttosto che i manager , sempre più organizzazioni adotteranno i “leader”.

I viaggi di lavoro sono sempre stati una fuga dal lavoro d’ufficio, ma questo sta cambiando, poiché la comunicazione tra potenziali partner, investitori e colleghi sarà digitale. Direttamente dal tuo salotto, puoi contattare, comunicare e conquistare la firma di investitori e partner in altri paesi. Questa rivoluzione è alle porte.

Finora la gig economy è andata bene. Tuttavia, ci sarà sicuramente un aumento del numero di persone che lavorano da casa. Le aziende cercheranno di ridurre il personale, a favore dell’assunzione di lavoratori autonomi quando necessario. Oltre a questo, anche la maggior parte dei lavoratori a tempo pieno dovrebbe lavorare da casa. Questa è una nuova alba per il lavoro a distanza.

Conclusione

Il cambiamento che sta accadendo al mondo è il più visibile possibile, anche i non vedenti possono vederlo. È tuttavia pertinente che ti prepari per il futuro, non importa quanto sembri incerto. Devi avere familiarità con le competenze e gli strumenti digitali per sopravvivere nel futuro che è alle porte. Una volta che sei qualificato e pronto ad accettare un lavoro, inizia la tua ricerca di lavori a distanza in Europa su Jobsora.

  • Trasformazione digitale
  • Drastica riduzione del numero di quadri e consulenti
  • Viaggi d’affari ridotti
  • Maggiore utilizzo di lavoratori remoti e liberi professionisti

Roy Bisschops (ZeroPXL)

roy bisschops

Mi chiamo Roy Bisschops, sono olandese e da agosto 2012 abito a Milano insieme con mia moglie Inge (anche lei olandese). Dall’inizio abbiamo vissuto nella zona Lambrate/Città Studi, sia in via Teodosio e che in via Ampere, prima di trasferirsi in via Porpora di fronte alla nota pasticciera De Luca. Solo quando abbiamo deciso di comprare casa nel 2016 ci siamo trasferiti nella zona Turro.

Quello che ci ha portato a Milano o in generale in Italia (la domanda che probabilmente mi è stata posta più spesso in questo paese), è stata la volontà di vivere avere un’esperienza lavorativa in un altro paese per un periodo più lungo. Nei Paesi Bassi non eravamo legati a casa o figli e perciò liberi di fare questo trasferimento senza problemi. E non ci è dispiaciuto!

All’inizio Milano era una città poco conosciuta in Olanda e non era considerata una destinazione per un viaggio. Per cui in città era abbastanza tranquillo e si vedeva soprattutto i Milanesi in giro. Nel weekend la città era quasi desolata e si poteva entrare nel duomo senza biglietto e senza coda. Poi è arrivato l’Expo nel 2015 e tutto è cambiato. Sempre più turisti da tutto il mondo, anche dall’Italia, venivano a Milano e pian piano la città è diventata più vivace, con un’offerta culturale crescente. E anche i Milanesi non scappano più, ma si godono quello che Milano ha da offrire. Ed è questo che mi piace alla città, come è cambiata e come continua ad adattarsi.

Ormai non vengo spesso in zona Lambrate, però ho ancora dei posti preferiti, come La Siciliana per i cannoli freschi, la pasticceria De Luca per le zeppole e il birrificio Lambrate, ovviamente per le birre buone.

Roy Bisschops raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Mi sono laureato come architetto in Olanda, dove ho anche lavorato come architetto per circa 7 anni. Lì mi sono interessato e appassionato per la fotografia di architettura e di interni. Una volta a Milano ho notato che diventerebbe difficile trovare un lavoro in uno studio di architettura. Dopodiché ho deciso di avviare la mia attività come fotografo di immobili, ‘ispirato’ dalla qualità degli annunci. Ho anche iniziato a lavorare per What a Space (www.whataspace.it), per quale ho fotografato numerosi spazi per eventi, e ho potuto ampliare la mia esperienza nella fotografia di interni. 

Infine ho creato il brand ZEROPXL (www.zeropxl.com), per migliorare la mia visibilità online. Lavoro principalmente per agenti immobiliari, aziende, architetti, privati e proprietari di case vacanza. 

Le giornate lavorative sono diverse. A volte sono fuori tutto il giorno per fare le foto, e il giorno dopo sono alla mia postazione per fare la post-produzione delle fotografie. In altre giornate ho un piccolo shooting fotografico in mattinata, quando torno al coworking faccio la post-produzione e poi dedico del tempo alla mia formazione, perché non smetto mai a imparare nuove tecniche fotografiche. 

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Sono arrivato in Coworking Lab grazie a mia moglie che ha iniziato qui nel 2016, dopo il suo lavoro per Expo2015. Ho lavorato molto per What a Space fino al 2017 e avevo una postazione presso un altro coworking in zona Gorla. Però dal 2018 ho deciso di dedicare tutto il tempo a ZEROPXL e ho iniziato a condividere una scrivania in Coworking Lab insieme con Inge. Da subito mi è piaciuto molto perché lo trovo un ambiente moderno, tranquillo e luminoso. Si riesce a lavorare senza disturbi, ha i servizi adatti come le sale riunioni, stampante, le sale break e ovviamente l’ampio terrazzo. Inoltre c’è sempre gente simpatica in giro.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Dall’anno scorso sono spuntate le prime collaborazioni, all’inizio con Coworking Lab stesso: insieme con Inge abbiamo fatto una proposta per la riprogettazione del terrazzo. Poi ho fatto delle foto die un  immobile per Realia Studio e ora sto facendo le fotografie di ritratto dei coworker per il blog di Coworking Lab.

Non ne ho ancora parlato, ma potrei pensare ai servizi fotografici dei cantieri finalizzati, progettati dagli architetti al coworking.

Fabrizio e Luca (VPC)

fabrizio luca

Fabrizio e Luca la loro passione è la loro professione.

Fabrizio: La mia passione è analizzare lo status quo per capire come poterlo migliorare e farlo evolvere in modo che generi un impatto positivo sulle persone.

Sono di Como e sono arrivato a Milano perché la sento molto affine al mio modo di affrontare la vita: dinamico, veloce e, appunto, sempre in via di sviluppo come me e i miei progetti.

Nell’ultimo periodo ho riscoperto il piacere di raggiungere il Coworking a piedi, facendo lunghi viali alberati; mi piace molto la vivacità che si respira intorno al Politecnico.

Luca: Le mie passioni più grandi sono le persone, i viaggi e lo sport, elementi che mi consentono di restare in equilibrio e vivere al meglio le mie giornate. Arrivato a Milano 20 anni fa per  vivere a pieno la mia vita personale e professionale ponendomi sempre nuovi obiettivi.

Fabrizio e Luca raccontateci del vostro lavoro! In cosa consiste? Perché avete scelto questa professione? Come si svolge la vostra giornata lavorativa-tipo?

Fabrizio: Ho fondato Very Personal Consulting insieme a Luca nel 2016.
In VPC offriamo servizi di consulenza strategica in ambito HR, affiancando le organizzazioni nella valorizzazione del loro patrimonio in termini di persone e talenti. Credo infatti profondamente nel potenziale umano, e ritengo che le aziende debbano giocare un ruolo importante nello sviluppo della società in generale.

Luca: Ho scelto questo lavoro perché mi permette di stare con le persone, affiancarle nei momenti di criticità fornendo loro strumenti pratici e spunti di riflessione per affrontare al meglio le sfide nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. 

Oggi non c’è più distinzione tra identità privata e identità lavorativa (forse non c’è mai stata) e alcune realtà come le B-Corporate (Benefit Corporate) hanno capito che per fare business in modo etico è impossibile prescindere dall’impatto sul territorio, sull’ambiente e, ovviamente, sui propri collaboratori e le persone che li circondano.

Ci impegniamo tutti i giorni per portare questo approccio in tutte le organizzazioni che incontro, dalla PMI alla multinazionale, e in VPC con progetti no profit e di CSR.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Col mio socio nel 2016 siamo partiti non da un garage stile Sylicon Valley ma dal tavolo di casa. Abbiamo velocemente capito di aver bisogno di un ambiente più consono e stimolante, ma i diversi coworking che abbiamo girato nei mesi successivi non ci hanno mai soddisfatto né in termini di costi né di ambiente.

Grazie alla segnalazione di un’amica siamo arrivati in Coworking Lab, dove finalmente abbiamo trovato una bella Community di professionisti e il giusto compromesso tra un ufficio privato e uno spazio condiviso: qui ci sono solo i vantaggi di entrambi!

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Il bello di Coworking Lab è che è frequentato da professionisti e imprenditori di altissimo livello che, esattamente come i veri campioni nello sport, non hanno bisogno di “esibire per dimostrare”.

Nell’ultimo anno abbiamo avviato due collaborazioni: una con Almatech, società attiva nello sviluppo dell’intelligenza artificiale (asset strategico per le nostre consulenze in fase di assessment) e una con Next Planet, con la quale ci sono ottime sinergie nel rendere la gamma dei servizi che possiamo offrire ai nostri clienti sempre più completa. Grazie a loro infatti possiamo integrare alla consulenza HR anche quella sull’ingegnerizzazione dei processi e sull’ottimizzazione delle piattaforme tecnologiche.

Il vantaggio di condividere lo spazio con queste due realtà (e molte altre) è il confronto costante, che genera sempre nuove idee e permette un allineamento ottimale nei confronti dei clienti.

Bando ARCHE’ 2020

MISURA DI SOSTEGNO ALLE START UP LOMBARDE IN RISPOSTA ALL’EMERGENZA COVID-19

Il Bando Archè 2020 è una misura di Regione Lombardia atta a sostenere le nuove realtà imprenditoriali lombarde – sia MPMI che professionisti – che necessitano di un sostegno pubblico per definire meglio il proprio modello di business, trovare nuovi mercati e sviluppare esperienze di co-innovazione in grado di rafforzarle, in particolar modo per rispondere agli effetti della crisi innescata dal Covid-19 che le ha costrette a sostenere i costi del lockdown e a subire uno shock di capitale (la raccolta di fondi per tre su quattro start up è stata interrotta o annullata o diminuita) e un calo delle entrate conseguente a un calo della domanda.

Chi sono i beneficiari?

Possono presentare domanda di partecipazione le Micro, Piccole e Medie imprese e i Liberi Professionisti (anche in forma associata) con i seguenti requisiti al momento della presentazione della domanda:

  • Micro, piccole e medie imprese ai sensi dell’Allegato I del Regolamento UE n. 651/2014, regolarmente costituite, iscritte nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e attive da un minimo di 12 mesi e fino ad un massimo di 48 mesi con almeno una sede operativa attiva in Lombardia come risultante da visura camerale ed oggetto dell’intervento;
  • Professionisti, che appartengano ad uno dei settori di cui alla lettera M del codice prevalente ATECO 2007, che abbiano eletto a luogo di esercizio prevalente dell’attività professionale uno dei Comuni di regione Lombardia. I professionisti singoli devono essere in possesso di partita IVA o aver avviato l’attività professionale (oggetto della domanda di contributo), come risultante dal Modello dell’Agenzia delle Entrate “Dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini IVA” e s.m.i o da documentazione equivalente, da più di 12 mesi fino a un massimo di 48 mesi; gli studi associati (non iscritti al Registro delle Imprese) devono essere in possesso del contratto associativo tra professionisti o documentazione equivalente e aver avviato l’attività professionale (oggetto della Domanda di contributo) come risultante dal Modello dell’Agenzia delle Entrate “Dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini IVA” e s.m.i o da documentazione equivalente, da 12 mesi fino ad un massimo di 48 mesi. I Professionisti (studi associati) iscritti al Registro delle Imprese dovranno partecipare in qualità di MPMI.

Ogni soggetto può presentare una sola domanda.

Quali sono le spese ammissibili?

Il Bando Archè 2020 sostiene le nuove realtà imprenditoriali lombarde (sia MPMI che professionisti) – c.d. start up – che necessitano di un sostegno pubblico per definire meglio il proprio modello di business, trovare nuovi mercati e sviluppare esperienze di co-innovazione in grado di rafforzarle, in particolar modo per rispondere agli effetti della crisi innescata dal Covid-19 che le ha costrette a sostenere i costi del lockdown e a subire uno shock di capitale.

Sono ammissibili progetti di rafforzamento (unicamente presso la sede in Lombardia) per la realizzazione degli investimenti (materiali e immateriali) necessari alle fasi di prima operatività, nonché a consolidare ed espandere le attività di impresa/professionale.

Quale contributo da la Regione Lombardia?

L’agevolazione si configura come contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese considerate ammissibili e nel limite massimo di 75.000 €. L’investimento minimo ammissibile è pari a 30.000 €.

Puoi presentare la domanda dalle ore 12.00 del giorno 11 settembre 2020 alle ore 18.00 del giorno 18 settembre 2020!